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Vertice Italia-Africa: Il Senegal c’è, per una cooperazione proficua per entrambi”

di: Redazione | 26 Gennaio 2024

[Pubblichiamo qui di seguito una comunicazione istituzionale firmata dall’Ambasciatore del Senegal in Italia, Ngor Ndiaye. L’articolo completo dei settori e delle priorità del Plan Senegal è consultabile all’interno dello Speciale di Africa e Affari sul Vertice Italia-Africa]


Dopo gli incontri ministeriali del 2016, 2018 e 2021, l’Italia ha deciso di organizzare un nuovo Vertice dei Capi di Stato e di Governo con l’Africa nei giorni 28 e 29 gennaio 2024. Il vertice, in linea con le iniziative intraprese dai grandi partner del Vecchio continente, dimostra che il Governo di Giorgia MELONI ha inaugurato una nuova fase nella politica africana basata “non sul paternalismo e la predazione ma sulla parità”, come ha detto la stessa premier.

Il programma di questo Vertice è articolato attorno a cinque sessioni dedicate rispettivamente a:

  1. Cooperazione, sviluppo economico e infrastrutture;
  2. Formazione professionale e promozione della cultura;
  3. Flussi migratori e lotta contro il terrorismo;
  4. Sicurezza alimentare;
  5. Sicurezza energetica.

Queste diverse sessioni consentiranno alle Autorità italiane di svelare il contenuto del Piano Mattei, la visione dell’Italia sul futuro della cooperazione con l’Africa che si ispira alla figura del fondatore della compagnia petrolifera ENI, Enrico Mattei, la cui idea era quella di rompere con il modello di sfruttamento ereditato dal colonialismo e creare un modello virtuoso di collaborazione e di crescita.

Questo primo vertice suscita molte speranze, principalmente per la prossimità dell’Italia all’Africa; una prossimità geografica con frontiere comuni, ma anche una prossimità culturale con una grande diaspora africana in Italia. È dunque arrivato il momento di convertire queste risorse in opportunità al fine di consolidare i diversi partenariati ma, soprattutto, al fine di creare nuovi strumenti di cooperazione per preparare il futuro e rispondere al meglio alle attese dei popoli.

Questo appuntamento offrirà l’occasione per creare un ambiente di dialogo strutturato, per riflettere insieme sulle risposte comuni alle sfide condivise del momento e sarà un’eccellente opportunità per discutere della governance globale, del rafforzamento della pace e della stabilità, della transizione digitale e della transizione energetica, nonché della lotta contro il cambiamento climatico e le tematiche proposte dall’Italia.

Per quanto concerne la governance mondiale, l’Italia sostiene le principali lotte dell’Africa nelle istituzioni finanziarie internazionali, in particolare nella tassazione, nelle riforme per una maggiore democratizzazione nel servizio del debito e nei diritti speciali di prelievi. L’Italia assume la presidenza del G7 nel 2024 e potrebbe sviluppare delle iniziative a favore dell’equità e del rispetto degli impegni assunti. La comunità internazionale ha bisogno dell’Africa, ma dovrebbe ascoltarla di più e includerla nelle principali istanze di decisioni. L’integrazione dell’Unione Africana al G20 è una prima tappa rassicurante ma il lavoro è appena iniziato. Bisogna andare veloce, soprattutto sulle riforme delle Nazioni Unite e delle istituzioni di Bretton Woods.

Per quanto riguarda il rafforzamento della pace e della sicurezza in Africa, l’Italia intende proseguire la cooperazione attraverso la formazione, l’equipaggiamento e il sostegno alle Operazioni di mantenimento della pace. Condividendo le frontiere marittime con la Libia e la Tunisia, l’Italia vuole accompagnare le iniziative che puntano a stabilizzare l’Africa. L’Italia può contribuire maggiormente alla lotta contro la pirateria marittima, la pesca illecita, la migrazione clandestina e il traffico dei migranti. L’Italia possiede la settima Marina militare al mondo ed è in grado di sviluppare con le Marine africane partenariati benefici per entrambe le parti. Va inoltre sottolineato che molti ufficiali africani ricevono formazione in Italia, anche se le possibilità disponibili sono in calo.

Nel campo della sicurezza, il Senegal ospita annualmente dal 2014 il Forum di Dakar sulla Pace e la Sicurezza in Africa. Questo evento è diventato un appuntamento mondiale durante il quale si ritrovano i decisori politici, gli intellettuali, le società civili, le varie parti coinvolte, per condividere esperienze e riflessioni secondo un format originale. L’Italia potrebbe trarre guadagno da un’eventuale partecipazione a questo Forum.

La transizione digitale e la transizione energetica sono, da qualche anno, il principale punto di forza dell’Italia. Dipendente dalle importazioni di gas della Russia e oramai dell’Algeria, l’Italia dispone di una grande e vasta esperienza nell’ambito delle energie fossili e rinnovabili, della gestione energetica e delle infrastrutture collegate. 

Nel contempo, ha sviluppato le proprie tecnologie e servizi affidabili per razionalizzare il consumo. Le Autorità si sono impegnate a sostenere l’Africa in questi ambiti e sono disposte a condividere il loro saper fare attraverso schemi da definirsi. 

Sulla scena internazionale, l’Italia difende l’idea secondo la quale la cooperazione internazionale è la chiave per ottenere una transizione digitale e una transizione energetica di successo.

Il cambiamento climatico costituisce una minaccia importante per la sicurezza nazionale dell’Italia. Gli esperti definiscono il Paese un “punto caldo” del cambiamento climatico. Con un aumento delle temperature di 20% più rapido della media mondiale, il Mediterranea è tra le regioni del pianeta più colpite dal cambiamento climatico. L’Italia, dal canto suo, registra un riscaldamento di 1,5 °C al di sopra dei livelli preindustriali e i costi umani ed economici derivanti da eccessive emissioni e scelte infrastrutturali a breve termine sono in costante crescita. Il Paese necessita di nuovi e massicci investimenti pubblici in questo settore ma deve anche sostenere gli investimenti nella resilienza climatica in tutto il mondo, in particolare modo, in Africa e nella Regione mediterranea, dove le evoluzioni legate al clima sono motivo di una maggiore di migrazione di massa. 

In tutti questi settori, il Senegal è ben posizionato come partner di qualità. Dopo un decennio di implementazione del “Piano Senegal Emergente (Plan Sénégal Émergent)”, l’economia senegalese è su una buona traiettoria ed è riuscita a riprendere in maniera sorprendente la sua marcia dopo lo choc causato dalla pandemia di Covid-19.

Nel 2024, l’indice di crescita, che era regolarmente al di sopra del 6% prima della pandemia, è salito al 9,2% con il prossimo sfruttamento delle risorse di gas e petrolio.

A titolo illustrativo, tra il 2012 ed il 2024, il Senegal ha realizzato delle performance notevoli in molti settori:

Questo salto qualitativo mostra il dinamismo del Senegal e il suo impegno risoluto e determinato. Tali sforzi proseguiranno e saranno intensificati con la terza fase del PSE, il PAP3 (terza fase delle azioni prioritari).

Questa nuova fase (2024-2028) ha obiettivi strategici come quello di rafforzare la sovranità alimentare, sviluppare un settore industriale competitivo e ad alto valore aggiunto, accrescere il livello e l’efficacia degli investimenti nell’economia, promuovere i settori in crescita, creare posti di lavoro, aumentare il valore aggiunto dei prodotti esportati, rafforzare l’accesso ai fattori di produzione, ottimizzare le infrastrutture ed i servizi digitali e rafforzare il sistema finanziario.

Quest’impegno è stimato in 27mila miliardi e 182 milioni di franchi CFA (circa 42 miliardi di euro), di cui 14mila miliardi (circa 22 miliardi di euro) di finanziamento pubblico (53,4%) e 12mila miliardi (19 miliardi di euro) di finanziamento privato (46,6%). 

Per quanto riguarda il finanziamento pubblico, cinquemila miliardi (9 miliardi di euro) proverranno dallo Stato e di cinquemila miliardi da partner tecnici e finanziari. 

Pertanto, il gap da colmare è di circa tremila miliardi di franchi CFA (5 miliardi di euro).

Riguardo il finanziamento privato, novemila miliardi di franchi CFA (circa 14 miliardi di euro) è attesa esclusivamente dal settore privato mentre quattromila miliardi (circa 7 miliardi di euro) proverranno dai partner pubblici-privati con una garanzia dello Stato di mille miliardi di franchi CFA (circa duemila miliardi di euro). 

Per concludere, è importante ricordare che il Senegal gode di una posizione strategica, che è un Paese stabile con una democrazia e delle istituzioni forti, che dispone di risorse umane di qualità, di un potenziale interessante in molti settori e, last but not least, di un ambiente di vita molto piacevole. Oltre a questi beni, il Senegal è un vero trait d’union tra l’Africa e l’Europa. 

Oggi il Senegal, senza essere in corsa per una posizione di leadership, è un attore importante nella scena internazionale, e lo è sempre stato. Ciò che sta cambiando è il peso economico del Senegal che, con intelligenza e sicurezza, porterà presto il Paese a sedere al tavolo dei grandi. Questo Senegal è un amico ma anche un partner dell’Italia e partecipa al Vertice Italia-Africa per confermare questo valore e lavorare per rinforzare le relazioni sia a livello bilaterale che all’interno delle organizzazioni internazionali.

Il nostro futuro ha davanti a sé giorni luminosi e, parlando da amante del calcio (passione condivisa da senegalesi e italiani), le occasioni ci sono ma bisogna convertirle in goal. Dunque, al lavoro per raggiungere la rete.

Sua Eccellenza NGOR NDIAYE

Ambasciatore del Senegal in Italia

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