di: Andrea Spinelli Barrile | 22 Novembre 2024
L’oleodotto riscaldato più lungo del mondo, l’East african crude oil pipeline (Eacop), è “ancora vitale” nonostante i ritardi nei finanziamenti, che il governo ugandese sostiene siano causati dalle proteste degli attivisti. Stando a una dichiarazione di Ruth Nankabirwa al Financial Times a margine del vertice Cop29 di Baku, in Azerbaegian, le prime consegne di materie prime attraverso l’Eacop sono previste entro il 2027.
La costruzione dell’oleodotto è iniziata nel 2017: l’Eacop sarà lungo quasi 1.500 chilometri, si snoderà da due campi sulle rive del lago Albert attraverso i territori di Uganda e Tanzania, arrivando fino al porto di Tanga e attraversando parzialmente parchi e riserve naturali nazionali, ipotesi che sta provocando, sia in Uganda che in Tanzania, importanti proteste sia di gruppi ambientalisti che delle comunità indigene, proteste che secondo Kampala hanno portato alla cessazione dei finanziamenti.
“La costruzione dell’oleodotto dell’Africa orientale continua: abbiamo investito molti soldi nell’esplorazione e nelle infrastrutture critiche. Ora stiamo iniziando a trivellare. Se non fosse stato per le ingiustizie commesse in relazione all’oleodotto avremmo potuto vedere il primo petrolio nel 2025: a causa delle campagne ambientaliste non vedremo il primo petrolio l’anno prossimo. Contiamo sul 2026 o 2027” ha detto il ministro ugandese.
Una volta completato, si prevede che l’Uganda produrrà circa 230.000 barili di petrolio al giorno, 170.000 dei quali verranno esportati.
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