di: Redazione | 20 Marzo 2015
TUNISIA – Nove persone sono state arrestate in relazione all’attacco di due giorni fa contro il museo del Bardo a Tunisi. Degli arrestati, hanno detto le autorità tunisine, quattro sarebbero direttamente collegati all’attacco, gli altri cinque avrebbero invece avuto non meglio precisati collegamenti con la cellula terroristica. La presidenza tunisina ha inoltre annunciato che l’esercito sarà disposto nelle principali città.
In un messaggio postato su Twitter, l’Isis ha rivendicato l’attacco attribuendolo ad Abu Zakariya al-Tunisi e Abu Anas al-Tunisi. Se la rivendicazione deve essere verificata, appare chiaro che la nazionalità dei due attentatori – uccisi nel corso dell’operazione di polizia – era tunisina; per il governo i loro nomi reali sono Yassine Laabidi e Hatem Khachnaoui. Sembra anche che i due fossero stati addestrati a Derna, in Libia, dove si troverebbero molti jihadisti tunisini. Paradossalmente, se da una parte la Tunisia ha avviato una decisa transizione dopo la caduta del regime di Zine al Abidine Ben Ali, il paese è quello con la più alta incidenza al mondo di combattenti partiti per i vari fronti aperti del jihadismo, in particolare Siria, Iraq e più di recente Libia.
Il bilancio attuale dell’attacco è di 23 persone rimaste uccise tra cui 20 turisti. Tra i morti ci sono quattro italiani e diversi altri turisti arrivati a Tunisi a bordo di navi da crociera. In reazione a quanto avvenuto, due tra i principali operati di crociere in Italia hanno annunciato di sospendere per il momento le fermate a Tunisi.
Per la Tunisia, l’attacco rappresenta anche un colpo al settore del turismo, decisivo nella formazione del pil e per la creazione di posti di lavoro. Contro l’attentato e il terrorismo si è tenuta una grande manifestazione cui è stato consentito di raggiungere l’ingresso del museo.