di: Enrico Casale | 15 Novembre 2024
Le aziende sudafricane stanno vivendo una grave crisi nella fidelizzazione dei propri dipendenti, spinta dalle pressioni post-pandemia e dalle difficoltà economiche. Un recente sondaggio del South African Depression and Anxiety Group (Sadag), rilanciato dal sito The Citizen, ha rivelato che il 61% dei lavoratori sudafricani abbandonerebbe il proprio impiego se potesse, citando lo stress elevato, la carenza di supporto per la salute mentale e politiche di lavoro rigide come principali motivi di insoddisfazione.
Lindiwe Sebesho, amministratore delegato di Remchannel, società sudafricana di consulenza specializzata nella gestione delle risorse umane e nell’analisi delle retribuzioni, ha sottolineato l’urgenza per le aziende di adattarsi alle nuove aspettative della forza lavoro. “I dipendenti di oggi cercano molto più di uno stipendio: chiedono supporto per il loro benessere e un equilibrio tra vita privata e lavoro”, ha spiegato Sebesho, avvertendo che le aziende rischiano di perdere talenti preziosi se non affrontano questi problemi.
Secondo l’indagine di Remchannel sull’occupazione e le retribuzioni, il tasso di turnover è aumentato del 42% nell’ultimo anno, con la metà delle dimissioni dovute a opportunità di carriera e retribuzioni migliori. Tuttavia, non è solo una questione di stipendio: la flessibilità e il benessere personale sono ormai in cima alla lista delle priorità per i lavoratori.
La ricerca dell’Infosys Knowledge Institute, presentata all’Old Mutual Thought Leadership Forum, evidenzia che mentre il lavoro da remoto favorisce la fidelizzazione, sono il supporto alla salute mentale, il benessere finanziario e la crescita professionale a rafforzare davvero il legame dei dipendenti con l’azienda. “Il supporto alla salute mentale e la flessibilità non sono più opzioni facoltative, ma necessità per mantenere il personale e garantire la crescita sostenibile”, ha concluso Sebesho.
© Riproduzione riservata