di: Redazione | 25 Maggio 2016
Che cosa stanno facendo i Paesi africani per promuovere e attirare l’interesse delle imprese estere e in particolare di quelle italiane? Quali progetti di investimento intra-regionali sono necessari per accelerare la crescita e i partenariati economici? A queste domande hanno cercato di rispondere i rappresentanti diplomatici di Sudafrica, Angola, Burkina Faso, Kenya e Namibia durante il seminario “L’integrazione regionale: un passaggio essenziale per generare opportunità di investimento in Africa”, svoltosi nell’ambito della Settimana Africana in corso a Milano fino al 27 maggio.
I cinque rappresentati hanno illustrato le riforme messe in atto dai propri governi per migliorare il clima d’affari e facilitare l’accesso agli investimenti stranieri e le opportunità di investimento.
Opportunità che l’Italia, hanno sottolineato, non sta sfruttando abbastanza a differenza di Turchia, Cina e stati europei come Germania e Gran Bretagna.
Tra le sfide che dovrà affrontare il continente la più importante riguarda soprattutto il rafforzamento delle infrastrutture interne per facilitare il commercio e l’integrazione nel continente.
Il dibattito – moderato dal direttore responsabile di ‘Africa e Affari’, Massimo Zaurrini – ha visto la partecipazione, inoltre, del direttore generale di Confindustria Assafrica & Mediterraneo Pier Luigi D’Agata e di Massimo Cascianelli di Sace.
D’Agata ha sottolineato l’interesse dimostrato dal governo italiano verso il continente africano culminato con alcune visite di stato storiche. L’Italia però, presente nel territorio con moltissime ong, conta, a differenza di altri Paesi europei, ancora pochissime imprese: segno questo della scarsa comprensione delle opportunità di business di un continente che è secondo solo al sud-est asiatico per crescita economica e degli esigui strumenti finanziari e logistici a disposizione delle PMI italiane per internazionalizzarsi.
Ed è proprio partendo da questi presupposti che si inserisce il programma “Frontiers” di Sace dedicato alle imprese di piccole e medie dimensioni che vogliono investire nei mercati emergenti dell’Africa Sub-Sahariana e che mette a disposizione prodotti assicurativo-finanziari a sostegno di export e investimenti, l’assistenza degli uffici della rete internazionale e servizi dedicati.
Nel 2015, ha ricordato Cascianelli, il gruppo assicurativo-finanziario ha firmato un accordo con il governo keniota che coinvolge 11 PMI italiane per la realizzazione di una filiera del latte e della carne per un valore complessivo di 35 milioni di euro. [VaV]
I cinque rappresentati hanno illustrato le riforme messe in atto dai propri governi per migliorare il clima d’affari e facilitare l’accesso agli investimenti stranieri e le opportunità di investimento.
Opportunità che l’Italia, hanno sottolineato, non sta sfruttando abbastanza a differenza di Turchia, Cina e stati europei come Germania e Gran Bretagna.
Tra le sfide che dovrà affrontare il continente la più importante riguarda soprattutto il rafforzamento delle infrastrutture interne per facilitare il commercio e l’integrazione nel continente.
Il dibattito – moderato dal direttore responsabile di ‘Africa e Affari’, Massimo Zaurrini – ha visto la partecipazione, inoltre, del direttore generale di Confindustria Assafrica & Mediterraneo Pier Luigi D’Agata e di Massimo Cascianelli di Sace.
D’Agata ha sottolineato l’interesse dimostrato dal governo italiano verso il continente africano culminato con alcune visite di stato storiche. L’Italia però, presente nel territorio con moltissime ong, conta, a differenza di altri Paesi europei, ancora pochissime imprese: segno questo della scarsa comprensione delle opportunità di business di un continente che è secondo solo al sud-est asiatico per crescita economica e degli esigui strumenti finanziari e logistici a disposizione delle PMI italiane per internazionalizzarsi.
Ed è proprio partendo da questi presupposti che si inserisce il programma “Frontiers” di Sace dedicato alle imprese di piccole e medie dimensioni che vogliono investire nei mercati emergenti dell’Africa Sub-Sahariana e che mette a disposizione prodotti assicurativo-finanziari a sostegno di export e investimenti, l’assistenza degli uffici della rete internazionale e servizi dedicati.
Nel 2015, ha ricordato Cascianelli, il gruppo assicurativo-finanziario ha firmato un accordo con il governo keniota che coinvolge 11 PMI italiane per la realizzazione di una filiera del latte e della carne per un valore complessivo di 35 milioni di euro. [VaV]
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