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Rd Congo: Nord Kivu, l’M23 conquista per restare e sfruttare

di: Celine Camoin | 14 Gennaio 2025

Il vero obiettivo dell’M23 rimane l’espansione territoriale e l’occupazione e lo sfruttamento a lungo termine dei territori conquistati, nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo. Lo ritengono, alla luce dei fatti, gli esperti dell’Onu incaricati di monitorare e la situazione della Rdc, nell’ultimo rapporto semestrale, chiuso a fine dicembre 2024. Il rapporto, lungo 162 pagine, analizza varie regioni congolesi colpite dalle crisi, ma in questo articolo ci concentreremo sul conflitto che nel Nord-Kivu, al confine con il Ruanda, oppone da un lato le Forze armate regolari (Fardc) appoggiare da gruppi armati chiamati “wazalendo”, e il movimento M23 appoggiato dai soldati regolari ruandesi (Rdf), dall’altra, in un’inesorabile proliferazione di gruppi armati. Da aprile a inizio novembre 2024, la superficie controllata dall’M23 e dalle Rdf è aumentata del 30%.

“Dalla fine di aprile 2024, la ribellione dell’M23, con il sostegno delle Forze di difesa ruandesi (Rdf), ha compiuto significativi progressi territoriali e rafforzato il suo controllo sulle aree occupate del nord-est della Repubblica Democratica del Congo, nonostante la tregua e il cessate il fuoco”, si legge. Ha anche proceduto a una vasta operazione di reclutamento anche forzato, e anche di minori – di almeno 5.500 uomini, e al consolidamento delle amministrazioni parallele.

Assieme all’ala politica della ribellione, l’Alleanza del fiume Congo (Afc), l’M23 “ha ampliato il reclutamento e la formazione di quadri amministrativi civili nonché di combattenti per amministrare località controllate e rafforzare le capacità militari per l’espansione territoriale. La coalizione Afc-M23 si è sempre più concentrata sulla formazione ideologica, sulla raccolta di informazioni di intelligence, sull’indottrinamento e sulle tattiche di reclutamento. Ha distribuito strategicamente reclute addestrate in aree che non controllava ancora, allo scopo di raccogliere informazioni e indottrinare la popolazione locale”. Non solo, secondo il rapporto, “la coalizione Afc-M23 ha intensificato i suoi sforzi per rimodellare il panorama politico e militare congolese, cercando attivamente il sostegno dei gruppi armati in Ituri, Nord Kivu e Sud Kivu, con notevoli successi”. L’Afc è guidata da Corneille Nangaa mentre il comando militare è affidato al “generale” Sultani Makenga. Sebbene siano entità separate, sono de facto due facce di una stessa medaglia.

Tra le aree conquistate dalle forze antigovernative, alcune delle più strategiche e ricche di risorse: i siti minerari di Rubaya, una delle più grandi fonti di coltan al mondo. La città strategica di Kanyabayonga, un asse che va fino al confine con l’Uganda, e buona parte del territorio di Rutshuru. “Dal 30 aprile 2024, la coalizione Afc-M23 ha occupato e controllato la città di Rubaya e l’intera area mineraria circostante, dove continuano a essere estratti coltan, stagno (cassiterite) e manganese”.

Il rapporto denuncia “la più grande contaminazione registrata delle catene di approvvigionamento di minerali 3T non qualificati (stagno, tantalio e tungsteno) nella regione dei Grandi Laghi negli ultimi dieci anni”. In effetti, il rapporto dice che la coalizione Afc-M23 controlla i centri commerciali di Rubaya e Mushaki, nonché le rotte di trasporto dei minerali da Rubaya al Ruanda, dove i minerali vengono mescolati con la produzione ruandese. La coalizione ribelle esercita il monopolio sull’esportazione di coltan da Rubaya al Ruanda, dando priorità al commercio di grandi volumi e imponendo tasse elevate. “L’estrazione, il commercio e l’esportazione fraudolenti dei minerali di Rubaya in Ruanda hanno quindi favorito sia la coalizione AFC-M23 sia l’economia ruandese.

La coalizione Afc-M23, con sede a Mushaki, “organizza tutti gli aspetti della produzione, del commercio e del trasporto dei minerali, istituendo un’amministrazione di tipo statale”. Ha creato un “ministero” responsabile dello sfruttamento dei minerali nella zona commerciale di Rubaya. Questo “ministero” rilascia permessi ai minatori e agli operatori economici, recanti la dicitura “Repubblica Democratica del Congo – Provincia del Nord Kivu”. Per ottenerne uno è necessario presentare un documento d’identità. Gli scavatori e gli operatori economici devono pagare una quota annuale rispettivamente di 25 e 250 dollari. La coalizione Afc-M23 ha raddoppiato gli stipendi dei minatori, convincendo la maggior parte di loro a rimanere a Rubaya.

“La tassa sulla produzione e sul commercio del coltan a Rubaya ha generato almeno 800.000 dollari al mese per la coalizione Afc-M23”, si può leggere nel documento.

Secondo gli esperti delle Nazioni Unite, nei territori di Nyiragongo, Rutshuru e Masisi sono schierati tra i 3.000 e i 4.000 soldati delle Forze di difesa del Ruanda (Rdf). “Durante il periodo studiato, le Rdf sono andate in prima linea, hanno utilizzato armi ad alta tecnologia e hanno preso parte direttamente ai combattimenti”. Verso la fine di ottobre, le Rdf hanno ha supportato l’M23 nella sua avanzata attraverso il territorio di Walilake, che in precedenza era sotto il controllo esclusivo della coalizione filo governativa. “Ogni unità M23 era supervisionata e supportata dalle forze speciali Rdf”, affermano gli esperti.

 

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