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Rd Congo: litio, australiana Rio Tinto interessata a sito Manono

di: Valentina Milani | 2 Aprile 2025

Il colosso minerario australiano Rio Tinto ha avviato contatti preliminari con il governo della Repubblica Democratica del Congo (Rdc) per valutare la possibilità di partecipare allo sfruttamento della porzione meridionale del giacimento di litio di Manono, una delle più grandi riserve non ancora sfruttate al mondo. La notizia è stata riportata da Bloomberg, che cita fonti vicine al dossier.

Il sito di Manono, secondo la società australiana Avz Minerals, ospita almeno 400 milioni di tonnellate di risorse minerarie. Tuttavia, lo sfruttamento del giacimento è attualmente oggetto di un contenzioso legale. La parte settentrionale del sito è sviluppata da Manono Lithium Sas, una joint venture tra la società statale congolese Cominière e la cinese Zijin Mining, mentre la parte sud è rivendicata da Avz Minerals, coinvolta in una disputa giuridica con Cominière per la revoca e la suddivisione del permesso.

L’interesse di Rio Tinto rappresenta la prima potenziale operazione diretta del gruppo su un asset africano nel settore del litio, notano alcuni osservatori. Il gruppo ha recentemente consolidato la propria posizione a livello globale con l’acquisizione di Arcadium Lithium per 6,7 miliardi di dollari, ottenendo così progetti in Argentina, Stati Uniti e Asia. In parallelo, sta sviluppando autonomamente i giacimenti di Rincon in Argentina e Jadar in Serbia, e nel 2024 ha firmato un accordo con il Ruanda per l’esplorazione di minerali strategici, tra cui il litio.

Il mercato globale del litio, nonostante un calo dei prezzi dovuto a un eccesso di offerta registrato dal 2022, è atteso in forte crescita nei prossimi anni, trainato dalla transizione energetica. L’Agenzia internazionale dell’energia prevede un deficit superiore a 150.000 tonnellate entro il 2030.

Il sito di Manono ha attirato anche altri attori internazionali. Sempre secondo Bloomberg, la statunitense Kobold Metals – sostenuta da investitori come Bill Gates e Jeff Bezos – avrebbe presentato a Kinshasa un piano per sviluppare la stessa area meridionale del giacimento. Una proposta che potrebbe entrare in conflitto con i diritti rivendicati da Avz Minerals.

Nel frattempo, la controversia legale prosegue. All’inizio di marzo, il tribunale arbitrale della Camera di commercio internazionale (Icc) ha condannato Cominière a un risarcimento di 39,1 milioni di euro per non aver rispettato le ingiunzioni, senza però pronunciarsi sulla titolarità definitiva dell’area contesa. Zijin Mining, intanto, continua i lavori sulla parte settentrionale del giacimento con l’obiettivo di avviare la produzione entro il 2026.

© Riproduzione riservata

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