di: Redazione | 5 Giugno 2018
La concessione di fondi per un valore totale pari a 47,5 milioni di euro concessi dall’Agenzia per lo sviluppo francese (AFD) per realizzare progetti di cooperazione e impegni per sostenere economicamente la forza militare G5 Sahel: sono stati questi i principali temi al centro dell’incontro a Parigi del capo di Stato del Niger e presidente di turno di G5 Sahel, Mahamadou Issoufou, con il suo omologo francese Emmanuel Macron.
Entrando nei particolari delle azioni finora intraprese, Macron ha parlato di risultati soddisfacenti che esigerebbero proprio per questo motivo un’accelerazione dei finanziamenti internazionali promessi.
Il G5 Sahel riunisce cinque Paesi del Sahel: oltre al Niger, il Mali, il Burkina Faso, la Mauritania e il Ciad. Una forza congiunta pensata sotto spinta francese come forza di contrapposizione ai gruppi armati di matrice islamista che imperversano nel Sahel. Finora sono stati raccolti 420 milioni di euro messi a disposizione da Francia, Arabia Saudita e Unione Europea.
Da parte sua, Issoufou ha sostenuto la necessità di “rendere stabile e continuo il finanziamento della forza congiunta”. Pochi però gli accenni alla situazione politica interna al suo Paese, dove anche di recente esponenti dell’opposizione e della società civile che protestavano contro la legge finanziaria sono stati posti agli arresti.
I due capi di Stato hanno inoltre affrontato il tema dei flussi migratori con riferimenti a recenti dichiarazioni e prese di posizione del nuovo ministro degli Interni italiano, Matteo Salvini.
“Il tema delle grandi migrazioni – ha detto Macron – deve essere trattato insieme, noi ci impegniamo a lottare contro le sue cause, così come insieme ci stiamo impegnando a lottare contro l’insicurezza, il terrorismo e i traffici nella regione sahelo-sahariana”.
Macron ha parlato di interessi comuni con l’Italia e dell’esigenza di fissare regole comuni all’interno dello spazio Schengen.
Issoufou ha a sua volta sostenuto “che nessun Paese può trovare soluzioni da solo” alle sfide poste dai flussi migratori irregolari e che “nessun Paese può isolarsi”. Il capo di Stato nigerino ha poi aggiunto di sperare che gli impegni presi nel vertice della Valletta del novembre 2015 siano rispettati da tutti i Paesi africani ed europei.
© Riproduzione riservata
Per approfondire: