di: Valentina Milani | 3 Aprile 2025
La Banca di sviluppo dell’Africa occidentale (Boad) ha approvato un sostegno finanziario straordinario di 50 miliardi di franchi Cfa (circa 82,5 milioni di dollari) a favore del Niger, con l’obiettivo di ricapitalizzare la Société nigérienne de banque (Sonibank), principale banca pubblica del Paese in grave difficoltà finanziaria. L’annuncio è stato fatto nei giorni scorsi a Dakar, in Senegal, durante la 145ª sessione ordinaria del Consiglio di amministrazione della Boad, presieduta da Serge Ekué.
La decisione arriva in un momento critico per la Sonibank, che da mesi affronta una crisi strutturale e di liquidità. Secondo un recente rapporto del Fondo monetario internazionale (Fmi), l’istituto presenta un capitale netto negativo pari allo 0,7% del prodotto interno lordo del Niger, ovvero circa 80 miliardi di franchi Cfa, configurando uno stato di fallimento tecnico che impone una ricapitalizzazione urgente. La banca, che rappresenta da sola circa l’8% degli attivi del sistema bancario nazionale, non è più in grado di rispettare diverse norme prudenziali fissate dalla Banca centrale degli Stati dell’Africa occidentale (Bceao).
Alla base del deterioramento dei conti vi sono l’accumulo di crediti deteriorati, ritardi nei pagamenti e una forte contrazione dei depositi, causata anche dalle ripercussioni politiche e finanziarie del colpo di Stato del luglio 2023, che ha comportato sanzioni economiche e il blocco di numerosi finanziamenti esterni.
Con questo intervento, la Boad mira a rafforzare i fondi propri della Sonibank e a rimetterla in condizione di svolgere il proprio ruolo di sostegno al credito, in particolare verso piccole e medie imprese, autorità locali e settore agricolo. In un contesto di fragilità economica e istituzionale, la stabilizzazione della banca è considerata cruciale per preservare l’intero sistema finanziario nazionale.
Tuttavia, la ricapitalizzazione rappresenta solo il primo passo di un processo complesso. La Sonibank dovrà riformare la propria governance, migliorare la qualità del portafoglio crediti, rafforzare i controlli interni e riconquistare la fiducia di depositanti e investitori, notano alcuni osservatori.
La situazione dell’istituto pubblico riflette un malessere più ampio del sistema bancario nigerino. Secondo il Fmi, 4 banche su 14 non rispettano più i requisiti minimi di solvibilità imposti dalla Bceao. Il tasso di crediti deteriorati ha superato il 24% del totale, ben al di sopra della media dell’Unione economica e monetaria dell’Africa occidentale (Uemoa).
Come mette in luce l’agenzia Ecofin, per le autorità del Niger, la sfida è duplice: garantire nell’immediato la sopravvivenza delle banche più esposte e avviare, nel medio termine, una riforma strutturale del settore, basata su una regolamentazione più stringente, una supervisione efficace e una governance più solida.
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