di: Redazione | 23 Dicembre 2016
La Corte di giustizia europea ha stabilito ieri la validità di due accordi politici e commerciali tra il Marocco e l’Unione Europea, in quanto non si possono applicare al Sahara occidentale, evitando così un contenzioso diplomatico con Rabat.
La corte ha stabilito che i due accordi “non riguardano” il Fronte Polisario, che vuole l’indipendenza per il Sahara occidentale e che aveva presentato ufficialmente ricorso sostenendo che Rabat traeva benefici dal territorio conteso.
La decisione della Corte superiore annulla così la decisione presa nel 2015 in prima istanza e che nel dicembre del 2015 aveva annullato un accordo agricolo (siglato nel 2012) e altri accordi politici e commerciali tra Europa e Marocco.
La sentenza dello scorso anno aveva spinto il Marocco a sospendere (per breve tempo) il contatto con le istituzioni europee e l’Unione europea e a presentare un ricorso legale.
Già lo scorso Settembre un consulente della Corte aveva chiesto l’annullamento della sentenza emessa in prima istanza, e nelle settimane successive il Tribunale aveva rigettato il diritto del Fronte Polisario di presentare appello. Due sviluppi che in qualche modo avevano lasciato presagire la sentenza a favore di Rabat.
L’UE e il Marocco hanno molti accordi economici preferenziali che prevedono l’abbattimento di dazi e dal 2013 sono stati avviati negoziati per dare vita ad un accordo di libero scambio più ampio.
La sentenza sull’accordo per le misure di liberalizzazione reciproche per i prodotti agricoli riguarda in particolare i prodotti agricoli trasformati e prodotti della pesca provenienti dalle zone meridionali del paese, che includono appunto anche le regioni del Sahara occidentale.
Il Marocco controllato la maggior parte del Sahara occidentale dal 1975, da quando i colonizzatori spagnoli si ritirarono, e considera questo tratto scarsamente popolata del deserto come una parte integrante del suo territorio.
Il Fronte Polisario è, invece, il movimento politico che si batte per ottenere l’autodeterminazione del popolo Sahrawi e il riconoscimento del territorio indipendente del Sahara Occidentale.
La corte ha stabilito che i due accordi “non riguardano” il Fronte Polisario, che vuole l’indipendenza per il Sahara occidentale e che aveva presentato ufficialmente ricorso sostenendo che Rabat traeva benefici dal territorio conteso.
La decisione della Corte superiore annulla così la decisione presa nel 2015 in prima istanza e che nel dicembre del 2015 aveva annullato un accordo agricolo (siglato nel 2012) e altri accordi politici e commerciali tra Europa e Marocco.
La sentenza dello scorso anno aveva spinto il Marocco a sospendere (per breve tempo) il contatto con le istituzioni europee e l’Unione europea e a presentare un ricorso legale.
Già lo scorso Settembre un consulente della Corte aveva chiesto l’annullamento della sentenza emessa in prima istanza, e nelle settimane successive il Tribunale aveva rigettato il diritto del Fronte Polisario di presentare appello. Due sviluppi che in qualche modo avevano lasciato presagire la sentenza a favore di Rabat.
L’UE e il Marocco hanno molti accordi economici preferenziali che prevedono l’abbattimento di dazi e dal 2013 sono stati avviati negoziati per dare vita ad un accordo di libero scambio più ampio.
La sentenza sull’accordo per le misure di liberalizzazione reciproche per i prodotti agricoli riguarda in particolare i prodotti agricoli trasformati e prodotti della pesca provenienti dalle zone meridionali del paese, che includono appunto anche le regioni del Sahara occidentale.
Il Marocco controllato la maggior parte del Sahara occidentale dal 1975, da quando i colonizzatori spagnoli si ritirarono, e considera questo tratto scarsamente popolata del deserto come una parte integrante del suo territorio.
Il Fronte Polisario è, invece, il movimento politico che si batte per ottenere l’autodeterminazione del popolo Sahrawi e il riconoscimento del territorio indipendente del Sahara Occidentale.
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