di: Céline Dominique Nadler | 30 Luglio 2024
Una governance fragile in Madagascar è, per la Banca Mondiale, uno dei primi fattori dell’estrema povertà registrata nel Paese. Il rapporto annuale di valutazione delle politiche e delle istituzioni nazionali della Banca Mondiale per il Madagascar rivela che l’80,2% della popolazione del Paese, nel 2023, viveva al di sotto della soglia di 2,15 dollari al giorno, cioè in una situazione di povertà totale, per una popolazione totale stimata in 30,3 milioni di abitanti.
Il punteggio assegnato al Madagascar in questa valutazione è 3,3, ossia “al di sopra della media Ida nell’Africa sub-sahariana”, ma comunque immutato dal 2017, una situazione particolarmente preoccupante nel settore della gestione delle istituzioni del settore pubblico poiché la valutazione media data alla Grande Isola è 2, 7, ovvero un’evoluzione verso il punto “zero”, proprio come nella gestione economica del Paese.
Per la Banca Mondiale, “la fragilità della governance richiede azioni immediate, tra cui il rafforzamento del sistema legale e giudiziario, il rispetto dei diritti di proprietà e il miglioramento della trasparenza e della responsabilità nelle istituzioni del settore pubblico. Inoltre, la difficoltà di garantire i diritti di proprietà fondiaria diventa un grave ostacolo alla crescita inclusiva e sostenibile”.
Tuttavia, precisa che “il coordinamento tra la gestione del debito e le politiche macroeconomiche è stato solido. Nel settore del debito pubblico, la produzione di statistiche complete, la strategia di gestione annuale e il chiaro quadro giuridico per l’indebitamento costituiscono sviluppi positivi”, mentre “il Paese ha continuato ad attuare riforme volte a rafforzare il quadro della politica monetaria e del tasso di cambio”.
Il Madagascar ha invece registrato un’evoluzione significativa a livello delle politiche strutturali con un punteggio elevato di 3,3 grazie in particolare al settore commerciale, al settore finanziario e al quadro normativo per le imprese.
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