di: Giulia Filpi | 24 Settembre 2024
La compagnia di servizi petroliferi Arkenu Oil Company, con sede a Bengasi e fondata nel 2023 avrebbe esportato 5 milioni di barili di petrolio greggio dal terminale di Marsa al-Hariga a Tobruk negli ultimi mesi, con ulteriori spedizioni previste a breve. Lo ha riportato nel fine settimana un articolo del sito African Energy intitolato “Misteriose esportazioni di greggio mentre lo Stato affronta minacce esistenziali”. L’articolo precisa che le spedizioni di petrolio sono continuate mentre le strutture in altre parti del Paese erano state bloccate dalle forze controllate da Khalifa Haftar. Secondo il sito, tutte le spedizioni di petrolio sarebbero state destinate alla Cina. African Energy ha contattato Arkenu e la National Oil Corporation per commenti, ma non ha ricevuto risposte.
Secondo una fonte del sito specializzato, Arkenu avrebbe esportato due carichi a maggio, anche se la notizia non era stata riportata all’epoca. Avrebbe esportato un ulteriore carico a luglio, e due ulteriori carichi ad agosto, e si prevede che altri due partiranno nelle prossime settimane. Parallelamente, un recente rapporto pubblicato dal sito OilPrice segnala che “il clan di Haftar continua a guadagnare dal petrolio attraverso una compagnia petrolifera privata con sede a Bengasi (Arkenu) che è autorizzata a bypassare liberamente il blocco e esportare nei mercati internazionali”.
Secondo Oilprice, le vendite di petrolio di Arkenu andrebbero ai conti bancari esteri della compagnia, eludendo lo stato libico: “Questo significa che Haftar sta eludendo il ruolo della banca centrale e permettendo che le esportazioni di petrolio continuino per guadagnare entrate che possono essere dirette verso Bengasi. Pertanto, l’aumento delle esportazioni non significa necessariamente che i colloqui volti a mediare la crisi abbiano fatto progressi”.
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