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Kenya: le manifestazioni si calmano ma il debito pubblico resta

di: Andrea Spinelli Barrile | 1 Luglio 2024

Una legge finanziaria ritirata, un Paese intero che si lecca le ferite e la necessità, che resta intatta, di gestire le finanze pubbliche e l’enorme debito prima che i conti non tornino più. È questo il complicato rompicapo che deve oggi dirimere il presidente del Kenya William Ruto, che ha ritirato la legge finanziaria dopo le proteste della popolazione ma che deve oggi trovare comunque una soluzione per rimettere in sesto le finanze del grande Paese africano.

Il governo di Nairobi infatti ritiene che l’introduzione di nuove tasse siano necessario per dare respiro al Paese, fortemente indebitato, e avviare investimenti. “Come possiamo gestire insieme la nostra situazione debitoria?” ha detto William Ruto alla tv nazionale due giorni fa, in un discorso al Paese in cui annunciava il ritiro del provvedimento. Ruto è particolarmente preoccupato per il buco significativo nei finanziamenti per i programmi per agricoltori e insegnanti.

Il debito pubblico del Paese ammonta a circa 10.000 miliardi di scellini (71 miliardi di euro), ovvero circa il 70% del Pil e il bilancio 2024-25 che è stato ritirato prevedeva una spesa pubblica di 4.000 miliardi di scellini (29 miliardi di euro), un record nella storia del Paese.

Il governo “dovrà ora trovare un modo per pacificare due forze opposte: una popolazione disposta a ricorrere alla violenza per proteggere i propri mezzi di sussistenza e una traiettoria macroeconomica che, in assenza di un considerevole sostegno multilaterale, si sta dirigendo verso il precipizio” secondo ad un’analisi dell’Oxford Economics Institute.

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