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Kenya: avocado, crollo cinese e problemi nell’export verso l’Ue

di: Andrea Spinelli Barrile | 10 Ottobre 2024

I primi di settembre, quando sono usciti gli ultimi dati sull’export di avocado dal Kenya alla Cina, molti analisti si sono letteralmente meravigliati di constatare come questo sia crollato dell’80% nei primi sette mesi del 2024, ridottosi ad appena 742.934 chilogrammi di avocado esportati verso la Cina (un vero crollo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando le importazioni di avocado keniani in Cina ammontavano a 3.674.463 chilogrammi).

Eppure il redditizio mercato cinese per gli avocado keniani era stato riaperto da poco: il Kenya aveva revocato il divieto sulle esportazioni di avocado, iniziando l’export verso la Cina ad agosto 2022: il governo aveva chiesto a lungo l’autorizzazione per iniziare a esportare avocado sul mercato cinese, ma esisteva un requisito che imponeva al Kenya di spedire solo frutta congelata e non fresca. Sebbene la Cina rappresenti solo una piccola parte del mercato dell’avocado del Kenya, gli esportatori locali volevano puntare sulla sua numerosa popolazione (1,4 miliardi di persone) per incrementare le vendite e ridurre la loro dipendenza dall’Unione Europea.

Ma, a distanza di due anni, le cose non sembrano andare bene con la Cina: la società Kakuzi, uno dei principali esportatori di avocado, di recente ha spiegato che il calo dei volumi dei pesi massimi dell’avocado sudamericano come Perù e Messico ha aperto le porte agli avocado prodotti in Kenya ma “mentre Cina, India e Medio Oriente offrono possibilità di crescita a lungo termine, al momento non hanno la portata per sostituire l’Europa” in termini di valore della merce, all’ingrosso e al dettaglio. Tuttavia, secondo quando detto a Zawiya dal presidente di Kakuzi Nicholas Ng’ang’a, “esplorare questi mercati potrebbe fornire un cuscinetto contro future interruzioni del mercato”. In effetti, dopo un forte inizio nel mercato cinese, con una quota di mercato del 6% assicurata in appena un anno dalle spedizioni iniziali, le esportazioni di avocado keniote sono letteralmente crollate.

Come si dice il diavolo è nei dettagli: del mercato cinese, che conta effettivamente 1,4 miliardi di potenziali consumatori, non si può ignorare il basso tasso di consumo di avocado. Il consumo annuo pro capite di avocado in Asia è attualmente inferiore a 0,05 chilogrammi, molto inferiore agli 1,6 chilogrammi consumati in Ue: infatti, mentre il 2023 è stato un anno eccezionale per gli avocado kenioti nel mercato cinese, con un volume totale di esportazioni che ha raggiunto le 4.342 tonnellate metriche, le esportazioni del Kenya verso l’Unione Europea sono ammontate a 64.980 tonnellate metriche, quasi 15 volte la quantità spedita in Cina.

Ma le cose potrebbero cambiare: il 3 settembre infatti il presidente del Kenya William Ruto ha incontrato a Pechino, in Cina, il suo omologo cinese Xi Jinping, a margine del Forum della cooperazione sino-africana (Focac), con il quale ha parlato anche dell’export di avocado keniani in Cina, incassando l’impegno di Xi ad espandere il mercato di prodotti ortofrutticoli keniani, nonostante le recenti difficoltà nel commercio proprio di avocado e di té. Il calo delle esportazioni di avocado rappresenta una sfida per gli agricoltori kenioti, che hanno fatto molto affidamento sull’Unione Europea ma le cose potrebbero presto cambiare. E non in meglio: sebbene l’accordo di partenariato economico tra Ue e Kenya, entrato in vigore il 1 luglio 2024, consenta l’accesso in Europa di prodotti agricoli keniani in esenzione da dazi, permangono altri ostacoli problematici: misure non tariffarie, come i rigidi controlli fitosanitari e le complesse regole sull’origine dei prodotti, aumentano i costi e pongono sfide significative per gli esportatori africani, in particolare per le piccole e medie imprese (Pmi). La complessità delle normative europee aggiunge un ulteriore livello di difficoltà per gli esportatori keniani, soprattutto se confrontati con Paesi come il Regno Unito e la Finlandia, dove le misure tariffarie sono più elevate ma le barriere non tariffarie sono meno severe.

Tuttavia, è vero che le relazioni bilaterali si fanno sempre in due: l’Ue rimane il secondo partner commerciale del Kenya, con esportazioni in aumento del 12,7% rispetto all’anno scorso, ma per sfruttare appieno il potenziale del mercato europeo, il Kenya deve migliorare la competitività delle esportazioni affrontando le barriere non tariffarie, un tema sul quale il governo keniano è attivo, avendo annunciato a settembre l’imminente lancio di un programma di sensibilizzazione per informare le aziende sui vantaggi del partenariato Ue-Kenya.

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