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Il Brics cerca alternative al dollaro: celebrare o temere le nuove rotte?

di: Massimo Zaurrini | 2 Gennaio 2025

«L’Africa si trova sull’orlo di una trasformazione economica, dovrebbe celebrare o temere questa svolta? Mentre i Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) si muovono per la creazione di un nuovo sistema finanziario globale, l’era della supremazia del dollaro potrebbe giungere al termine. Ma cosa comporta questo per l’Africa?». Parte da questo assunto l’editoriale di Gertrude Kamya Othieno – sociologa politica ugandese con un passato alla London School of Economics (Lse) – pubblicato sul quotidiano ugandese Daily Monitor e nel quale cerca di affrontare da posizione neutra uno dei principali sviluppi emersi dal Vertice del Brics a Kazan, ovvero il lancio del Brics Bridge, noto anche come Brics Pay. Questo progetto ambizioso mira a creare una piattaforma di pagamento digitale multivalutaria che collegherà le infrastrutture finanziarie di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica e dei nuovi Paesi membri. In altre parole, un’alternativa ai sistemi finanziari occidentali come Swift.

L’autrice inizia illustrando come i Brics rappresentino una sfida all’ordine economico globale, dominato da istituzioni occidentali e dal dollaro come valuta di riserva internazionale. Othieno sottolinea che «il dollaro è stato a lungo la moneta di riferimento, facilitando il commercio e consolidando la posizione degli Stati Uniti nel mondo». Tuttavia, l’ascesa dei Brics sembra minacciare questa supremazia, promuovendo alternative come valute locali o la creazione di un sistema basato su blockchain, che potrebbe indebolire il potere del dollaro e offrire maggiore flessibilità a Paesi emergenti.

Le luci

Secondo l’autrice, questo cambiamento offre vantaggi per l’Africa, specialmente per quei Paesi che sono stati gravati dal debito denominato in dollari e dalle fluttuazioni dei tassi di cambio. Ad esempio, una delle preoccupazioni principali è che il sistema attuale «esacerbi l’instabilità economica nei Paesi africani» causando un aumento dell’inflazione e rendendo più costoso il pagamento dei debiti esterni. Altro aspetto positivo che Othieno evidenzia riguarda la possibilità, per l’Africa, di sfruttare il sistema Brics per diversificare i suoi partner commerciali e le valute di scambio. Meno dipendenza dal dollaro potrebbe significare una maggiore indipendenza economica per molti Paesi africani. «L’adozione di valute locali o regionali per il commercio all’interno del continente – dice – potrebbe ridurre i costi e aumentare la stabilità economica». Inoltre, Othieno osserva che i Brics stanno investendo in infrastrutture digitali e tecnologie finanziarie che potrebbero portare vantaggi all’Africa se adottate in modo strategico. «Le opportunità digitali offerte dai Brics, come la blockchain e i sistemi di pagamento decentralizzati, possono aiutare l’Africa a evitare le trappole delle vecchie istituzioni finanziarie globali», afferma l’autrice.

Le ombre

Tuttavia Othieno mette in guardia contro i rischi di un sistema troppo dipendente dai Brics. La transizione a un nuovo sistema economico globale, per esempio, potrebbe portare instabilità politica e tensioni con le potenze occidentali. Secondo Othieno, «i Paesi africani rischiano di rimanere intrappolati in una lotta tra le grandi potenze mondiali», con inevitabili ricadute sulla loro autonomia economica. Inoltre, per l’adozione di nuove tecnologie come la blockchain servono infrastrutture e competenze a cui non tutti i Paesi africani hanno facile accesso. L’autrice avverte che «l’Africa deve prepararsi adeguatamente per affrontare le sfide tecnologiche e infrastrutturali» se vuole trarre pieno vantaggio dalle opportunità offerte dai Brics.

In sintesi, Othieno suggerisce che l’Africa dovrebbe accogliere con cautela l’ascesa dei Brics e la possibile fine del dominio del dollaro. Mentre il blocco Brics potrebbe aprire nuove opportunità economiche riducendo la dipendenza dall’Occidente, l’Africa deve affrontare le sfide tecnologiche e geopolitiche che accompagnano questa transizione. «Il futuro economico del continente dipenderà dalla capacità di navigare in modo strategico in questo nuovo scenario globale», conclude l’autrice. In definitiva, l’Africa è di fronte a un bivio: può sfruttare i cambiamenti per costruire un sistema finanziario più autonomo e resiliente o rischiare di rimanere incastrata in una nuova dinamica di dipendenza. La chiave, secondo Othieno, sarà la capacità di affrontare queste sfide con pragmatismo e lungimiranza.

 

Questo editoriale è apparso sul numero di dicembre 2024 di Africa e Affari, disponibile per l’acquisto qui in formato cartaceo e qui in formato digitale.

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