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Ghana: rifiuti tessili, una piaga per il Ghana

di: Andrea Spinelli Barrile | 26 Settembre 2024

Quasi il 50% degli indumenti di seconda mano importati dal Ghana finisce nelle discariche o nell’oceano. Lo ha detto il ministero dell’Agricoltura del Ghana.

Il Paese africano è il secondo importatore di abbigliamento di seconda mano al mondo dopo il Pakistan, con una quota del 5,1% del mercato mondiale dell’usato. Nel 2022, il Ghana ha ricevuto 121.934 tonnellate di indumenti di seconda mano, chiamati localmente con il nome di Obroni wawu (vestiti di uomini bianchi morti): s tratta di borse, vestiti, magliette, pantaloni, scarpe e altri articoli prêt-à-porter usati provengono, tra gli altri, dal Regno Unito, dalla Cina, dall’Europa e dal nord America. Dei circa 15 milioni di beni di seconda mano che vengono containerizzati in Ghana ogni settimana, poco più della metà viene rivenduta localmente e la domanda di abbigliamento di seconda mano ed economico rimane elevata.

Gli avanzi non possono essere utilizzati a causa della loro scarsa qualità. Negli ultimi anni la percentuale di rifiuti tessili che non possono essere riciclati è in costante aumento. Tuttavia, in Ghana non esiste un sistema di riciclaggio tessile, quindi gli abiti indesiderati finiscono nelle discariche, dove durante la stagione delle piogge vengono lavati nei fiumi e poi nell’Oceano Atlantico. Dopo l’alta marea, sulle spiagge di Accra si possono vedere cumuli di rifiuti tessili.

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