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Ghana: Mahama vuole rinegoziare con Fmi

di: Andrea Spinelli Barrile | 2 Agosto 2024

L’ex presidente ghanese John Dramani Mahama, candidato alle prossime elezioni presidenziali e principale sfidante del partito al governo e del vicepresidente Mahamadu Bawumia, ha detto che se sarà eletto rinegozierà i termini dell’accordo di salvataggio firmato dal governo di Accra con il Fondo monetario internazionale (Fmi) e aumenterà la proprietà locale di futuri progetti petroliferi e minerari.

Lo ha detto in un’intervista all’agenzia Reuters. Mahama, che è stato in carica dal 2012 al 2016, ha buone possibilità di vincere data la grave crisi economica che sta colpendo il Paese e che ha reso il governo molto impopolare: “Sono già stato in un programma del Fmi, quando ero presidente, e so che il Fmi non è contrario a sedersi, parlare e rinegoziare le questioni”, ha detto Mahama, 65 anni. Il Ghana è andato in default sulla maggior parte del suo debito estero, da 30 miliardi di dollari, nel 2022, dopo che sono emersi in tutta la loro drammaticità gli effetti di anni di prestiti eccessivi e quelli della pandemia di Covid, oltre che gli impatti a catena della guerra in Ucraina e dei tassi di interesse globali sempre più elevati.

Accra ha firmato un accordo di salvataggio da 3 miliardi di dollari con il Fmi a maggio 2023 e a giugno di quest’anno ha raggiunto accordi separati con creditori bilaterali e commerciali per ristrutturare i suoi debiti e congelare i rimborsi fino al 2025. Il Fondo ha già erogato 1,56 miliardi di dollari con altri 360 milioni di dollari dovuti entro dicembre.

Tuttavia, Mahama ha detto che avrebbe cercato ulteriori soldi del Fondo per aiutare il Ghana a riprendere i rimborsi del debito ed ha anche detto di volere modificare la legge sulla gestione delle finanze pubbliche introducendo un tetto obbligatorio del debito al Pil del 60-70%, per prevenire prestiti eccessivi. Mahama ha aggiunto che le sue intenzioni sono di rispettare i contratti di produzione esistenti con le compagnie petrolifere e minerarie e di non avere intenzione di aumentare le tasse, ma punterà a ottenere royalties più elevate da progetti futuri, energetici e minerari.

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