di: Andrea Spinelli Barrile | 23 Dicembre 2024
865.000 tonnellate: è questo il volume di grano che il Ghana dovrebbe consumare nel 2024/2025, secondo i dati del Dipartimento dell’agricoltura degli Stati uniti (Usda).
Anche se da un anno all’altro queste scorte aumentano leggermente, di 10.000 tonnellate, restano comunque sufficienti per fare dell’ex Costa d’Oro il secondo maggiore utilizzatore di grano dell’Africa occidentale, dietro la Nigeria. Nel Paese, il consumo di cereali alla fine del 2025 sarà più che raddoppiato dall’inizio degli anni 2000, stimolato da un cambiamento nelle abitudini alimentari e dalla crescente urbanizzazione, con quasi il 60% della popolazione che ora vive in città. Attualmente, ogni anno un ghanese consuma circa 25 chilogrammi di grano, la metà del riso, ma più del doppio dei fagioli dall’occhio (10 chilogrammi).
La maggior parte del grano consumato in Ghana proviene da Canada, Turchia, Francia, Polonia e Lituania: complessivamente, questi 5 Paesi hanno esportato in Ghana più di 687.000 tonnellate di grano nel 2023, ovvero il 94% del volume globale totale degli acquisti.
Con l’inesistenza di un settore locale a causa di condizioni biofisiche sfavorevoli, il grano è diventato la seconda commodity più importata, dopo il riso, in termini di volume, per cui il Ghana ha il più alto tasso di dipendenza dalle importazioni (100% rispetto, ad esempio, all’11% del mais e al 55% del riso).
In Ghana, come in altri Paesi della regione, il pane è il principale prodotto che si fa con il grano: consumato a colazione come accompagnamento al porridge o alle bevande al cioccolato ma anche come spuntino, questo alimento base rappresenta il 70% dell’utilizzo finale della farina di frumento nel Paese. Tuttavia, l’industria della panificazione ghanese mostra una marcata preferenza per il grano duro (70% delle importazioni totali), la cui farina viene utilizzata per produrre pane dolce. Questa specialità locale, caratterizzata dal suo aspetto morbido e dorato, è apprezzata dai consumatori e gode di una buona reputazione nella subregione.
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