di: Redazione | 13 Aprile 2016
L’Africa sub-sahariana sta tirando verso l’alto l’industria alberghiera nel continente, che nell’ultimo anno ha fatto registrare un aumento significativo delle camere disponibili o che apriranno a breve, pari a circa 64.000 unità in 365 strutture.
Lo si apprende dall’ultimo studio della società di consulenza W Hospitality Group basata a Lagos, il Chain Development Pipeline Survey 2016, secondo il quale la disponibilità nella regione sub-sahariana è salita del 42,1% nel 2015, contro il 7,5% in Africa settentrionale.
“Dalle nostre indagini risulta evidente la fiducia degli investitori nel settore alberghiero in Africa. Anche se le economie sono rese fragili dai prezzi bassi delle materie prime, se ci sono problemi di tassi di cambio, sfide politiche, mancanza di infrastrutture, l’Africa è in grado di resistere” ha detto Trevor Ward, direttore del W Hospitality Group.
L’indagine 2016 è l’ottava realizzata dal gruppo, che mette in evidenza l’evoluzione dal 2009: da quell’anno il numero delle catene alberghiere presenti in Africa è passato da 19 a 36, e il numero di hotel da 144 a 365.
Nell’ultima edizione l’Angola occupa il primo posto nella crescita del settore, grazie all’accordo firmato con il gruppo francese Accor per la costruzione e la gestione di 50 alberghi con 6200 camere.
Di tendenza opposta è l’evoluzione del settore in Nord-Africa, dove la crescita è fortemente rallentata a causa delle guerre e delle crisi politiche che hanno caratterizzato l’area, in particolare in Egitto e in Libia.
Quasi tutti i grandi nomi del settore hospitality hanno messo un piede in Africa sub-sahariana: nel lungo elenco figurano le statunitensi Hilton, Mariott e Starwood(in procinto di una fusione), Radisson e Wyndham, i francesi Accor e Onomo, la svizzera Kempiski o la canadese Four Seasons.
Con 10 222 camere disponibili o in costruzione la Nigeria è la destinazione con la più vasta disponibilità alberghiera. [CC]
Lo si apprende dall’ultimo studio della società di consulenza W Hospitality Group basata a Lagos, il Chain Development Pipeline Survey 2016, secondo il quale la disponibilità nella regione sub-sahariana è salita del 42,1% nel 2015, contro il 7,5% in Africa settentrionale.
“Dalle nostre indagini risulta evidente la fiducia degli investitori nel settore alberghiero in Africa. Anche se le economie sono rese fragili dai prezzi bassi delle materie prime, se ci sono problemi di tassi di cambio, sfide politiche, mancanza di infrastrutture, l’Africa è in grado di resistere” ha detto Trevor Ward, direttore del W Hospitality Group.
L’indagine 2016 è l’ottava realizzata dal gruppo, che mette in evidenza l’evoluzione dal 2009: da quell’anno il numero delle catene alberghiere presenti in Africa è passato da 19 a 36, e il numero di hotel da 144 a 365.
Nell’ultima edizione l’Angola occupa il primo posto nella crescita del settore, grazie all’accordo firmato con il gruppo francese Accor per la costruzione e la gestione di 50 alberghi con 6200 camere.
Di tendenza opposta è l’evoluzione del settore in Nord-Africa, dove la crescita è fortemente rallentata a causa delle guerre e delle crisi politiche che hanno caratterizzato l’area, in particolare in Egitto e in Libia.
Quasi tutti i grandi nomi del settore hospitality hanno messo un piede in Africa sub-sahariana: nel lungo elenco figurano le statunitensi Hilton, Mariott e Starwood(in procinto di una fusione), Radisson e Wyndham, i francesi Accor e Onomo, la svizzera Kempiski o la canadese Four Seasons.
Con 10 222 camere disponibili o in costruzione la Nigeria è la destinazione con la più vasta disponibilità alberghiera. [CC]
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foto: afrique.lepoint.fr
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