di: Valentina Milani | 7 Novembre 2024
Il Piano Mattei è stato al centro di un convegno che si è tenuto ieri nell’ambito della prima giornata di Eima International, l’Esposizione internazionale di macchine per l’agricoltura e il giardinaggio organizzata da FederUnacoma in corso a Bologna. Un tema toccato anche, nella mattinata, dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e sul quale si sono confrontate diverse personalità e figure di spicco nel corso della conferenza “Area Africana di Libero Scambio e Piano Mattei: una finestra sul futuro dell’agricoltura”.
Tra i temi centrali: le prospettive di cooperazione economica, il giovane potenziale demografico africano, l’importanza del trasferimento di competenze e tecnologie italiane, e la costruzione di partenariati sostenibili e duraturi.
“L’Africa è un continente giovane e dinamico, mentre l’Italia si trova in una realtà sempre più invecchiata. È essenziale lavorare insieme ai giovani africani per valorizzare il loro potenziale”, ha detto Alessandra Pastorelli, funzionaria della Direzione Generale del Sistema Paese presso il ministero degli Affari Esteri italiano che ha sottolineato l’importanza della formazione e del coinvolgimento dei giovani africani.
Pastorelli ha inoltre evidenziato il ruolo del “Sistema Paese” nel coordinare il supporto alle imprese italiane interessate all’Africa, come il recente fondo da 200 milioni di euro per joint venture, pensato per facilitare la collaborazione.
Del resto, come ha fatto notare Antonio Montanari, vicepresidente di Confindustria Assafrica e Mediterraneo, “l’imprenditoria italiana può fare la differenza, specie grazie alla vicinanza geografica e alla tradizione delle Pmi italiane nel costruire rapporti di fiducia”. Secondo Montanari, l’Africa è oggi una delle economie in più rapida crescita al mondo, con undici delle venti economie più veloci del pianeta, come Niger, Senegal, Libia, Ruanda e Uganda.
L’African Continental Free Trade Area (AfCFTA) non poteva quindi non essere al centro del dibattito insieme al Piano Mattei. Presentato come una delle iniziative più ambiziose dell’Unione Africana, concepita per promuovere l’integrazione economica e creare la più grande zona di libero scambio al mondo, con un potenziale di mercato di 1,3 miliardi di persone. Secondo le stime della Banca Africana di Sviluppo e della Banca Mondiale, l’AfCFTA potrebbe sollevare dalla povertà estrema 30 milioni di persone e generare un aumento del reddito complessivo di 450 miliardi di dollari entro il 2035. L’AfCFTA si propone di eliminare progressivamente barriere tariffarie e non tariffarie e, entro il 2030, di abolire il 97% delle tariffe, con l’obiettivo di creare un mercato unico e stimolare catene del valore regionali in settori chiave come l’industria e l’agricoltura.
Michele Vollaro, giornalista di Internationalia e ricercatore, ha da parte sua approfondito l’enorme potenziale agricolo dell’Africa, sottolineando come il 60% della popolazione africana dipenda dall’agricoltura e come il continente possieda tra i 480 e gli 840 milioni di ettari di terra agricola ancora non utilizzati, che rappresentano circa il 60% delle terre coltivabili disponibili a livello mondiale. Vollaro ha anche evidenziato come la maggior parte dell’agricoltura africana sia ancora basata su tecniche tradizionali, con il 60-70% delle operazioni agricole svolte manualmente o con mezzi a trazione animale, con una resa media di appena 1,3 tonnellate per ettaro, un terzo della media globale.
In un tale contesto, “l’AfCFTA rappresenta non solo un’opportunità per le imprese italiane ma anche un’occasione per contribuire allo sviluppo sostenibile africano”, ha dichiarato Fabio Massimo Ballerini, dell’Ufficio del Consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio, il quale ha sottolineato come Italia e Africa possano trarre beneficio da uno scambio di competenze e risorse. Ballerini ha quindi evidenziato il valore strategico del Piano Mattei per promuovere investimenti responsabili. “Il Piano Mattei può integrarsi con l’AfCFTA, rafforzando il ruolo dell’Italia nel supportare il continente africano con investimenti nei settori dell’agricoltura, delle infrastrutture e della meccanizzazione”, ha precisato.
Danilo Desiderio, esperto e consulente dell’Area Africana di Libero Scambio, ha illustrato le sfide e le prospettive dell’AfCFTA, definendola un’iniziativa unica che prevede la soppressione delle barriere non tariffarie e la liberalizzazione dei servizi, un passo avanti per rendere l’Africa un unico mercato integrato. Desiderio ha stimato che ci vorranno ancora 8-10 anni per una piena implementazione dell’accordo, ma ha sottolineato l’enorme potenziale per le imprese italiane in un continente di 1,4 miliardi di consumatori.
Un ulteriore tassello della collaborazione italo-africana nel settore agroalimentare può essere rappresentato dal progetto Lab Innova for Africa presentato da Alessandro Cugno, dirigente dell’Ufficio Formazione delle imprese, Ice. Al centro del piano: formazione manageriale e tecnica per imprenditori africani, selezione delle imprese e tour promozionali in Italia. Ice si propone infatti come ponte tra le imprese italiane e il continente africano, favorendo l’adozione di tecnologie avanzate che possano incrementare la produttività locale.
A fargli eco Alice Fanti, direttrice di Cefa, Ong attiva nella cooperazione internazionale, che ha descritto il ruolo delle Ong come strategico nella costruzione di partnership a lungo termine con aziende italiane. Progetti come la filiera del latte in Tanzania e Mozambico, realizzati con Granarolo, sono esempi di cooperazione fruttuosa tra il terzo settore e le imprese. “Il nostro obiettivo è quello di rendere autonomi i produttori locali, garantendo qualità e sostenibilità”, ha spiegato Fanti.
Durante l’evento è stata anche presentata una pubblicazione realizzata dalla rivista Africa e Affari, del gruppo editoriale Internationalia, in collaborazione con FederUnacoma, che offre una panoramica sullo stato di implementazione dell’AfCFTA e il suo impatto sul settore agricolo, disponibile cliccando qui. La pubblicazione esamina i dati relativi a 20 Paesi africani, evidenziando le tendenze nella produzione e importazione di macchinari agricoli e mettendo in luce le opportunità per le imprese italiane di rispondere alla crescente domanda di modernizzazione agricola nel continente.
Una visione ottimistica sulle possibilità offerte dalla cooperazione tra Italia e Africa, anche e soprattutto per il settore agricolo, è emersa dal convegno. Pastorelli ha infatti espresso l’ambizione di “costruire un ponte duraturo tra i due continenti”.
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