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Home Edicola Numeri singoli 2013 Africa e Affari, novembre 2013 – Nuova cooperazione (copia digitale)

Africa e Affari, novembre 2013 – Nuova cooperazione (copia digitale)

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Nuova cooperazione. Ong, imprese e istituzioni a confronto sul continente che cambia

Fare sistema, creare sinergie, cooperare. Tante belle parole che spesso restano lettera morta semplicemente perché pur in presenza delle intenzioni mancano
le informazioni di base. Se è vero che volontariato e imprese – ché di questo parliamo in questo numero – non trovano il modo di lavorare insieme per problematiche
ideologiche, di normativa, di incompatibilità, dall’altra parte è anche vero che a volte nemmeno sanno l’uno della presenza dell’altro, pur operando in
uno stesso contesto geografico. O hanno un’immagine non adeguata l’uno dell’altro.

Così come si ragiona a camere stagne, si opera anche senza tener conto
della possibile presenza di altri attori che per comune provenienza (italiana) potrebbero essere interessati a cooperare in determinati ambiti. Conoscere il posto in
cui si va a operare significa in primo luogo informarsi, ascoltare: occorre conoscere la cultura del posto, la sua storia, occorre seguirne gli sviluppi politici e sociali,
nonché di cronaca, rilevanti. Una delle missioni di Africa e Affari è questa: fornire informazione. L’altra, forse meno evidente, è quella di farsi ponte, incrocio
utile dove poter scambiare opinioni, valutazioni, dove in qualche modo disegnare la propria presenza in Africa. Questo lo consideriamo un anello essenziale del fare sistema senza cadere in noiose, lunghe e inutili discussioni. E lo consideriamo strumento a disposizione di tutti per farsi conoscere ed entrare in contatto con possibili partner.

“L’età dell’aiuto è finita. Il tipo di aiuto che potrà far bene all’Africa, e che dovrebbe ricevere ogni priorità, è l’aiuto all’imprenditoria. Io credo che il settore privato abbia il potere di trasformare il continente attraverso investimenti di capitali a lungo termine, creando sia prosperità economica che ricchezza sociale. Io chiamo questo approccio allo sviluppo ‘Afrocapitalismo’ e, senza dubbio, ritengo che contenga  le maggiori prospettive possibili per arrivare a uno sviluppo sostenibile dell’Africa”. Con queste parole, nel luglio scorso, il ricco banchiere e uomo d’affari nigeriano Tony Elumelu iniziava un suo scritto, pubblicato su vari giornali del continente e internazionali, a pochi giorni dalla visita in alcuni paesi africani del presidente degli Stati Uniti. “Per la prima volta, per quanto ne ho memoria, un presidente Usa è venuto in Africa avendo in cima alla sua agenda gli investimenti e gli incontri con la comunità economica africana (… continua su Africa e Affari)

In questo Focus:

  • L’età degli aiuti ‘a perdere’ è finita serve un modello afro e sostenibile
  • “Normativa da aggiornare, prendiamo atto di questa evoluzione” – Intervista a Giampaolo Cantini direttore generale della Direzione per la cooperazione allo sviluppo del MAE
  • Gap legislativo e remore ideologiche all’estero l’impresa sociale c’è già – Intervista a Francesca Oliva (cooperante in Uganda)
  • “Sì, è un matrimonio che si può fare ma che rimane difficile e complicato” – Intervista a Flavia Ballico (Imprenditrice)
  • Noi ci crediamo, serve concretezza alle istituzioni il compito di mediare – Intervista a Edoardo Berti Riboli, presidente di Medici in Africa e promotore del Convegno SPeRA

In questo numero:

  • Shale Gas: opportunità e rischi, a lezione dagli Stati Uniti – Molti paesi del continente hanno depositi potenzialmente utilizzabili: a sostenerlo è un rapporto della Banca africana di sviluppo in cui si invita ad analizzare l’esperienza degli States, all’avanguardia in questo settore. Non manca l’altra faccia della medaglia.
  • La potenza delle idee per disegnare un paese cancellato dalla guerra – Questa la sfida dell’Heritage institute for policy studies, primo e unico think tank somalo: ricercatori, giornalisti, scrittori, avvocati sono tornati in patria carichi di speranze e ambizioni mettendo a disposizione formazione all’estero e competenze professionali.
  • Uniformare il sistema di tassazione così il settore minerario può crescere – La Seamic, l’organismo regionale che monitora il panorama estrattivo, intende spingere per aliquote uniformi così da impedire alle compagnie “di saltellare da un paese all’altro in cerca di canoni di sfruttamento a basso costo”. In prima fila c’è il governo keniano.
  • Africa: Cresce il consumo dei beni di lusso ampi spazi per le grandi firme italiane – Per le aziende italiane mercati nuovi e promettenti grazie a una classe agiata crescente: primeggiano Sudafrica e Nigeria, seguiti a ruota da un gruppo di nazioni emergenti. Lo status symbol si misura con coppe di champagne e automobili di grossa cilindrata.
  • Turismo, potenzialità da sfruttare presenze triplicate nonostante i ritardi – Un rapporto della Banca Mondiale fa il punto della situazione ed evidenzia gli ostacoli all’espansione di un settore che può dare risposte anche in termini occupazionali. A scommettere su un rapido sviluppo sono le grandi catene alberghiere internazionali.
  • Negoziati con l’Europa e dazi comuni prove di integrazione per l’Ecowas – I capi di Stato della regione approvano una Tariffa esterna comune (Tec) e affermano la volontà di trattare in blocco gli accordi di partenariato con il vecchio continente. Alassane Ouattara: “Stiamo costruendo una figura commerciale solida e competitiva”.
  • Semplificazione delle normative migliora la posizione del continente – In Africa è più semplice avviare attività imprenditoriali: tra i 20 paesi che nel periodo
  • tra il 2005 e il 2013 hanno fatto segnare i progressi più significativi, nove si trovano nella regione subsahariana. Mauritius al top della classifica, Rwanda il più scattante.
  • Per l’Africa orientale nasce la Camera di commercio italiana – Un ponte tra aziende e istituzioni per spingere le imprese tricolore in una delle regioni più dinamiche del continente
  • Zoom/Sudan – Khartoum alla ricerca di partnership bussa anche alle porte di Roma

Dentro l’Africa:

  • Ad Ashegoda la più grande centrale eolica d’Africa pag. 36
  • Al Gabon piace l’olio di palma pag. 38
  • La Nissan-Renault sbarca in Nigeria pag. 40
  • Il petrolio del Niger fino al Camerun pag. 42
  • La pirateria somala ai minimi storici pag. 44
  • Crescita più sostenuta del previsto, la Banca Mondiale rivede le stime pag. 46
  • Sulle montagne di Entoto in Etiopia, telescopi per osservare le stelle pag. 48