di: Celine Camoin | 19 Luglio 2024
La Costa d’Avorio è diventata il decimo paese africano ad aderire alla Convenzione sull’acqua delle Nazioni Unite, un trattato volto a migliorare la gestione comune dell’acqua oltre i confini.
Soddisfare i bisogni di una popolazione di circa 30 milioni di abitanti, che cresce al ritmo del 2,5% annuo, rappresenta una sfida importante per la Costa d’Avorio, che condivide otto di questi bacini fluviali con i suoi vicini, Ghana, Burkina Faso, Mali, Guinea, Liberia e Sierra Leone.
Per la Costa d’Avorio, sottolinea Rfi, il problema è duplice: le sue risorse idriche sono minacciate dall’urbanizzazione e dagli effetti del riscaldamento globale, che causano siccità o inondazioni. E la qualità di quest’acqua si sta deteriorando a causa dell’inquinamento, della ricerca illegale dell’oro o della cattiva gestione delle acque reflue.
La Costa d’Avorio non è un caso isolato: secondo la Banca Africana di Sviluppo (AfDB), solo il 58% degli africani ha accesso all’acqua potabile, mentre i fenomeni climatici estremi costano al continente tra il 2 e il 9% del suo Pil.
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