di: Enrico Casale | 29 Novembre 2024
Il G7 ha annunciato l’istituzione di un punto di certificazione dei diamanti grezzi in Botswana, in risposta alle critiche di diversi Paesi africani produttori di diamanti verso il meccanismo di embargo sui diamanti russi. La misura, prevista per il 2024, mira a sanzionare la Russia per il conflitto in Ucraina, vietando l’importazione di diamanti russi nei Paesi del G7.
L’accordo, siglato ieri tra il G7 e il Botswana, rappresenta una vittoria per i Paesi africani, che avevano contestato la scelta di Anversa come unico punto di transito obbligatorio per i diamanti destinati ai mercati occidentali. La nuova iniziativa prevede che il punto di certificazione in Botswana diventi operativo entro il 2024.
Nonostante il passo avanti, Angola, Namibia e altri produttori africani rimangono critici. Il transito obbligatorio attraverso checkpoint certificati dal G7, sia ad Anversa sia in Botswana, solleva preoccupazioni sulla sovranità e sui costi aggiuntivi per i produttori africani.
La presidente dell’African Diamond Council, M’zée Fula Ngenge, ha espresso preoccupazioni profonde, dichiarando che tali meccanismi rischiano di minare il controllo africano su una delle sue risorse più preziose: “La sovranità dell’Africa e il diritto di controllare il destino di una delle sue risorse più preziose sono a rischio di eliminazione perpetua.”
Secondo gli esperti, il processo di tracciabilità potrebbe essere meglio gestito coinvolgendo direttamente i Paesi africani nella definizione delle regole, piuttosto che imporre loro meccanismi percepiti come restrittivi e non consultivi.
L’inclusione del Botswana nel sistema di certificazione rappresenta un passo verso il riconoscimento delle esigenze africane, ma lascia aperte questioni chiave, come il trattamento dei diamanti prodotti in altri Paesi del continente. Per i produttori africani, la partita non si gioca solo sull’economia, ma anche sul mantenimento del controllo sulle proprie risorse naturali.
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