di: Andrea Spinelli Barrile | 31 Ottobre 2024
Il Benin si prepara a diventare un esportatore di petrolio.
Lo ha detto il ministro dell’Energia, dell’acqua e delle miniere Samu Adambi, intervenendo qualche giorno fa ad un programma televisivo: “Vi assicuro che il governo farà ogni sforzo per iniziare l’estrazione mineraria in acque profonde l’anno prossimo. Abbiamo già l’oro bianco”, ha detto il ministro Adambi, “avremo anche il nero. Lavoriamo su questo progetto da otto anni e mezzo con partner affidabili e l’anno prossimo cominceremo ad esportare le materie prime”.
Adambi tuttavia non è sceso in ulteriori dettagli circa le mire beninesi di diventare un esportatore di idrocarburi.
Più in generale, ha detto Adambi, Benin “comincerà a sfruttare veramente” le sue miniere a partire dall’anno prossimo: lo sviluppo del potenziale minerario del paese è già iniziato con una fabbrica di piastrelle, installata nella zona industriale di Glo-Djigbé, a 45 km dalla capitale economica Cotonou.
Nel nord del Paese, l’estrazione artigianale dell’oro è praticata da diversi anni dai cercatori d’oro, in particolare a Perma. Tra il 2012 e il 2019, il Benin ha prodotto da 2 a 7 chilogrammi di oro all’anno, secondo i dati della Direzione generale delle miniere inclusi in un rapporto Swissaid. Oltre ai giacimenti di calcare e marmo già sfruttati, il governo del Benin ha segnalato anche la presenza di metalli come nichel, litio, rutilo e zircone.
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