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Algeria: risse per la Fiat Doblò, segno della crisi delle auto

di: Celine Camoin | 25 Febbraio 2025

È vittima del proprio successo l’utilitaria Fiat Doblò Panorama fabbricata in Algeria. Immagini di clienti impetuosi, a tratti aggressivi, nei vari autosaloni Fiat Algeria in tutto il Paese hanno fatto il giro dei social. Di fronte all’assalto subito dai rivenditori, Fiat Algeria ha deciso di imporre un’iscrizione online a chiunque sia interessato all’acquisto di una Doblò. Le file d’attesa interminabili e le risse hanno fatto reagire i responsabili commerciali.

Per il giornale online Tsa, “è un successo incredibile”, per l’auto della marca italiana, che si adatta molto bene alle esigenze degli algerini. L’editoriale di Ihsane El Kadi su Maghreb Emergent sottolinea piuttosto la penuria di veicoli nuovi nel Paese maghrebino, andandosi fino a chiedere se questa carenza sia fortuita, o invece organizzata.

Per 8 milioni di veicoli circolanti, il rinnovo medio naturale è di circa 400.000 veicoli all’anno. Il numero di nuove immatricolazioni ha creato anno dopo anno un divario nel rinnovo del parco veicolare.

“La carenza di automobili  – scrive El Kadi – è la sindrome politica di questo decennio. Volendo cambiare il modello di approvvigionamento di veicoli del mercato nazionale, nel 2015 il ministro dell’Industria Abdeslam Bouchouareb ha aperto il più grande canale di frode all’importazione. L’assemblaggio delle automobili è diventato sinonimo della truffa di dichiarare in eccesso il valore dei kit importati. Il simbolo stesso della corruzione alla fine dell’era Bouteflika revocata dal Hirak. A sei anni dalla caduta del regime, il settore non si è ancora ripreso da questo episodio”.

Il direttore di Maghreb Emergent – che ha trascorso un lungo periodo in carcere fino alla grazia del novembre 2024 – ricorda che due ex primi ministri sono in custodia cautelare in parte per accuse relative alle agevolazioni concesse agli operatori del settore. Tra questi, almeno sei sono stati in prigione o ci sono ancora. Tre ex ministri dell’Industria sono incarcerati, sempre a causa dell’industria automobilistica.

“Il ministro che ha ideato e sponsorizzato l’’industrializzazione’ dell’industria automobilistica in Algeria è ancora latitante. La ripresa dell’importazione di veicoli nello Stato nel 2023 è riuscita a malapena a coprire lo stop and go dei progetti considerati più stabili dell’insieme del partenariato: Renault e poi Fiat. Il ritorno all’importazione di auto usate con meno di tre anni da parte di privati ​​ha in parte irrigato un flusso esaurito di nuove immatricolazioni nel 2024. La carenza di nuovi veicoli è quindi una trappola politica. Nessuna autorità è riuscita a far superare agli attori locali la sindrome Bouchouareb. I successivi ministri dell’industria hanno temporeggiato non firmando nuove specifiche per ripristinare le forniture oppure hanno bloccato i flussi importati per vari motivi. La volontà politica di limitare la spesa per le importazioni di veicoli a 2,5 miliardi di dollari non spiega di per sé la persistenza della crisi. Nemmeno questo obiettivo malthusiano viene raggiunto”, fa notare il giornalista.

Secondo El Kadi, in questo settore “la paura continua a dominare le decisioni; regolamentazioni, convalide, approvazioni, domiciliazioni bancarie, quote, tutto è percepito come una questione ‘pericolosamente’ giudiziaria dedicata al polo economico del tribunale di Sidi M’hamed. La Renault Algeria è ferma e lo sviluppo della Fiat sembra irregolare, per non dire capriccioso. E la firma di diversi contratti tra Stellantis e Renault con subappaltatori nazionali in occasione dell’ultimo salone delle attrezzature automobilistiche non allevierà la sensazione che il modello non stia ancora decollando. La scommessa tecnologica sul veicolo elettrico è in sospeso”.

Si attende da tempo l’annunciata apertura di una grande fabbrica da parte dell’azienda cinese Byd per la produzione di batterie al litio. “Qual è la dimensione ottimale del mercato automobilistico di cui un Paese di circa 50 milioni di abitanti ha bisogno per sostenere la sua attività logistica, sostenere la mobilità delle sue risorse umane e sviluppare il tempo libero? L’Algeria, con i suoi 8 milioni di veicoli, si colloca nella fascia più bassa tra i 5 paesi comparabili”.

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