di: Andrea Spinelli Barrile | 4 Dicembre 2024
Il Marocco, nell’arco della sua storia, ha sempre avuto grandi difficoltà nell’accesso alle risorse idriche. Un problema che il Regno nordafricano è costretto ad affrontare ancora oggi, in tempi di boom demografico e urbanizzazione, tempi in cui i problemi si stratificano con lo sviluppo, rappresentando sfide spesso improbe.
Intervenendo all’Africa investment forum di Rabat, in Marocco, il ministro marocchino dell’Industria e del commercio Ryad Mezzour si è soffermato sulla gestione delle risorse idriche da parte del Marocco, spiegando che la strada intrapresa dal Paese africano va verso la desalinizzazione. “Attualmente, abbiamo una capacità di desalinizzazione tra 200 e 300 milioni di metri cubi all’anno” ha detto il ministro, spiegando che proprio di recente questa capacità è stata ampliata di 80 milioni di metri cubi di capacità di desalinizzazione: “Il nostro obiettivo è di raggiungerele gli 1,7 miliardi di metri cubi all’anno entro il 2027”.
Mezzour ha spiegato che il governo sta lavorando intensamente per supportare e ampliare sempre più l’accesso all’acqua potabile e agricola per la popolazione marocchina, un lavoro che guarda anche al settore elettrico: passando dall’essere un paese acquirente di energia, di origine perlopiù fossile, all’essere un Paese produttore, in particolare di energia da fonti rinnovabili, oggi il Marocco ha accesso ad energia più a basso costo rispetto a un tempo, un fattore che rappresenta un vantaggio sia in termini di costi, in questo caso per la desalinizzazione, che di concorrenza nel mercato africano. “Abbiamo oltre 40 investitori interessati a produrre diverse decine di gigawatt di energia” ha detto il ministro dell’Industria marocchino.
Un piano, quello illustrato da Mezzour, che ha come punto di caduta anche l’export agroalimentare: “Esportiamo ogni anno più o meno 8 miliardi di dollari di prodotti agroalimentari” ha detto Mezzour, spiegando che in tal senso la gestione delle risorse idriche è la chiave per il successo e per la sicurezza alimentare: “Per questo distribuiamo l’acqua nel modo migliore possibile, a seconda delle esigenze interne e della capacità di fornire acqua all’agricoltura, abbiamo 200 dighe nel nostro Paese, dove le piogge si concentrano nel nord”.
L’idea alla base della rete e dello sviluppo idrico del Marocco “è di continuare a produrre acqua basandosi sulle energie rinnovabili, di alimentare queste dighe e di collegarle tra loro in modo da poter bilanciare l’accesso all’acqua in tutto il paese e avere risorse idriche e accesso all’acqua più gestibili”.
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