di: Andrea Spinelli Barrile | 4 Dicembre 2024
Un’Africa “stabile, integrata e prospera” in cui da un lato c’è il ruolo delle persone, “vitale nel dare pace e stabilità” e dall’altro quello della “nostra Banca”, la Banca africana di sviluppo (Afdb), che in 60 anni “ha costantemente intensificato gli sforzi per raggiungere la sua missione principale di promuovere uno sviluppo economico sostenibile e il progresso sociale”. Lo ha detto oggi in occasione dell’apertura dell’Africa investment forum 2024, che si tiene a Rabat, Marocco, la ministra marocchina dell’Economia Nadia Fettah Alaoui, intervenendo con un breve discorso nella sessione plenaria di apertura del Forum.
“Oggi più che mai” ha detto Alaoui, “i partner globali sono chiamati a rafforzare la loro collaborazione strategica e a lavorare di più come un sistema per maggiori impatti di fronte alle crescenti sfide dei paesi africani, tra cui, in particolare, i crescenti rischi di debito”. Ma non solo: la ministra marocchina ha citato “sfide comuni sempre più urgenti” che richiedono “lo sviluppo di partnership per poter realizzare grandi progetti che conducano alla trasformazione” del continente africano.
Secondo la ministra Alaoui il segreto è in un rafforzamento della collaborazione tra le istituzioni finanziarie internazionali e i capitali privati, “così da poter fornire finanziamenti più consistenti” a beneficio dell’Africa. Secondo Alaoui, nonostante gli sforzi fatti negli anni per attirare sempre più capitali privati nei progetti di sviluppo del continente, “il potenziale di finanziamento degli attori privati può essere sfruttato solo tramite una riforma dell’architettura finanziaria globale, riforma che sta gradualmente prendendo forma”. Una riforma che va verso la “possibilità di stabilire una rete di sicurezza finanziaria globale più efficace, che consentirebbe un accesso rapido e automatico alla liquidità, contribuendo al contempo a ridurre il rischio di investimento”. Alaoui, in tal senso, ha citato la diversificazione dei partner internazionali nella strategia della politica estera del Marocco: “Una strategia basata sulla creazione di alleanze win-win, sfruttando al contempo la posizione geografica del Marocco come porta di accesso tra Africa, Europa e Medio Oriente”. Alaoui ha citato una “rinnovata visione della cooperazione Sud-Sud”, con progetti come l’African atlantic pipeline project, per garantire accesso all’energia “a quasi 500 milioni di persone in diversi paesi africani”.
Alaoui, in questo senso, ha indicato come il Marocco abbia reso prioritaria “l’integrazione africana”, lavorando in particolare con i Paesi che non hanno accesso all’Atlantico, in particolare ha citato i Paesi del Sahel, “per rendere quest’area un nucleo di integrazione economica e il punto focale completo dell’influenza continentale e internazionale”. Tra i progetti di punta, Alaoui ha citato “il nuovo Porto Atlantico, che sarà la principale porta d’accesso all’oceano, grazie soprattutto alla sua posizione geografica e al suo importante potenziale di sviluppo”, opera che rientra nei progetti inseriti nei piani per la Coppa del Mondo di calcio 2030.
“A tal fine” ha concluso la ministra marocchina, “dobbiamo agire collettivamente per migliorare il finanziamento sostenibile per lo sviluppo e sbloccare il potenziale di crescita del nostro continente”.
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