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Africa: l’idrogeno verde come leva per lo sviluppo sostenibile del continente

di: Redazione | 27 Giugno 2023

Il Nord Africa potrebbe raccogliere entrate per 110 miliardi di dollari entro il 2050 dall’esportazione di idrogeno verde, il cui consumo globale è destinato ad aumentare di oltre sei volte nei prossimi tre decenni. Lo rivela un rapporto pubblicato da Deloitte e intitolato “Idrogeno verde: energizzare il percorso verso l’idrogeno verde globale”. Il rapporto specifica che entro il 2050 quattro regioni del mondo dovrebbero insieme rappresentare circa il 45% della produzione e il 90% del commercio internazionale di questo combustibile a basse emissioni e il Nord Africa è in cima alla lista con il maggior potenziale di esportazione (44 milioni di tonnellate), seguito da Nord America (24 milioni di tonnellate), Australia (16 milioni) e Medio oriente (13 milioni).

Anche il Sud America e l’Africa sub-sahariana potranno partecipare attivamente al commercio internazionale di idrogeno a basse emissioni di carbonio, con circa il 10% dei volumi scambiati entro il 2050.

Tornando al Nord Africa, questa regione è nella posizione ideale per soddisfare la crescente domanda europea di idrogeno verde, basandosi sulle relazioni energetiche bilaterali esistenti, sulle eccezionali condizioni di irraggiamento solare, sulle infrastrutture di esportazione esistenti, tra cui i terminal portuali e i nuovi progetti di collegamento del gasdotto, che dovrebbero avere una capacità di trasporto di 12 milioni di tonnellate a partire dal 2035.

Si prevede che il commercio internazionale di idrogeno pulito genererà più di 280 miliardi di dollari di entrate da esportazione nel 2050. La quota maggiore di queste entrate sarà acquisita dal Nord Africa (110 miliardi di dollari), Nord America (63 miliardi), Australia (39 miliardi) e Medio oriente (20 miliardi). Il commercio libero e diversificato può migliorare la sicurezza energetica e accelerare lo sviluppo economico dei paesi emergenti e in via di sviluppo e i ricavi delle esportazioni di idrogeno pulito potranno aiutare gli attuali esportatori di combustibili fossili a compensare il calo dei ricavi da petrolio, gas naturale e carbone.

Per quanto riguarda le importazioni, si prevede che il Giappone e la Corea del Sud, che devono far fronte a risorse rinnovabili e limiti di disponibilità di terra, faranno molto affidamento sul commercio internazionale e importeranno il 90% del loro fabbisogno tra il 2030 e il 2050. Europa, Cina e India possono produrre notevoli quantità di idrogeno verde, ma è probabile che dipendano anche dalle importazioni. Il rapporto riferisce inoltre che il consumo globale di idrogeno dovrà aumentare di oltre sei volte nei prossimi tre decenni per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette stabilito dall’accordo di Parigi sul clima. Ciò rappresenta una produzione di circa 170 milioni di tonnellate all’anno nel 2030 e quasi 600 milioni di tonnellate all’anno nel 2050. Tuttavia, i progetti di produzione di idrogeno verde già annunciati potranno soddisfare solo un quarto della domanda prevista nel 2030: circa 44 milioni di tonnellate.

Deloitte stima inoltre che gli investimenti necessari per raggiungere una capacità produttiva annua di 600 milioni di tonnellate di idrogeno pulito nel 2050 a oltre 9.000 miliardi di dollari, di cui 3.100 miliardi di dollari nelle economie in via di sviluppo. Queste cifre possono sembrare impressionanti, ma gli investimenti medi annui in questo periodo sono inferiori ai 417 miliardi di dollari destinati allo sviluppo dei giacimenti di petrolio e gas nel 2022. Gli investimenti maggiori dovranno essere fatti in Cina (2.000 miliardi di dollari), in Europa (1.200 miliardi), in Nord America (1.000 miliardi di dollari). Importanti finanziamenti dovranno essere mobilitati anche nei paesi in via di sviluppo e nei paesi emergenti, di cui circa 900 miliardi di dollari in Nord Africa, 400 miliardi in Sud America e 300 miliardi nell’Africa sub-sahariana.

L’ampia disponibilità e i minori costi di produzione dell’energia rinnovabile prodotta contribuiranno a garantire che l’idrogeno verde possa essere prodotto praticamente in tutte le regioni del mondo, con un vantaggio in termini di costi per le economie in via di sviluppo. La produzione di idrogeno a basse emissioni di carbonio dovrebbe essere quattro volte più economica in Nord Africa che in Europa, in particolare a causa del notevole potenziale solare di questa regione del continente africano. Il rapporto sottolinea, in questo contesto, che il costo di produzione di idrogeno pulito potrebbe scendere a 1,1 dollari al chilo nel 2050 in Nord Africa, Africa sub-sahariana, Messico, Cina, Australia e Indonesia, offrendo così una grande opportunità di sviluppo sostenibile in queste regioni. [Da Redazione InfoAfrica]

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Leggi il nostro focus sulle potenzialità energetiche del continente a livello globale: https://www.africaeaffari.it/rivista/energia-la-via-africana

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