di: Valentina Milani | 7 Novembre 2024
Le opportunità per l’Africa offerte dal Piano Mattei sono state al centro dell’intervento di Fabio Massimo Ballerini, dell’Ufficio del Consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio, al convegno “Area africana di libero scambio e Piano Mattei, una finestra sul futuro dell’agricoltura” che si è tenuto ieri a Bologna nell’ambito di Eima International, l’Esposizione internazionale di macchine per l’agricoltura e il giardinaggio organizzata da FederUnacoma.
Ballerini ha messo in luce le potenzialità di una cooperazione strutturata tra Italia e continente africano, evidenziando l’importanza di un piano sistemico che favorisca sinergie tra istituzioni, imprese e partner locali.
Secondo Ballerini, il Piano Mattei rappresenta non solo una strategia di intervento, ma un “metodo” che si ispira alla filosofia di Enrico Mattei: instaurare relazioni paritarie, ascoltando le esigenze delle popolazioni locali, senza imporre modelli. “Il principio alla base del Piano Mattei è la costruzione di progetti concreti che siano inclusivi e capaci di rispondere ai reali bisogni dei territori, puntando a una cooperazione pragmatica e accelerata per affrontare le sfide che competitori stranieri stanno già affrontando in Africa,” ha spiegato.
Ballerini si è quindi soffermato sull’Area Africana di Libero Scambio (AfCFTA), un mercato unico da oltre un miliardo di persone, destinato a crescere notevolmente entro il 2050. “Se funziona, l’AfCFTA può aumentare le esportazioni africane di un terzo e più che raddoppiare il commercio intra-africano,” ha detto aggiungendo che l’obiettivo è anche quello di integrare le economie africane nelle catene di valore globali. Secondo Ballerini, la creazione di infrastrutture fisiche, come strade e ferrovie, è una delle sei priorità del Piano Mattei, essenziale per realizzare una reale integrazione dei mercati.
Uno dei progetti di punta – ha ricordato il diplomatico – è il “Corridoio di Lobito”, un’infrastruttura che collega il porto angolano di Lobito alla regione del Copperbelt, attraversando la Repubblica Democratica del Congo e lo Zambia. Questo corridoio mira a facilitare il trasporto di materie prime, integrando non solo le infrastrutture logistiche ma anche energetiche e digitali per promuovere una crescita regionale sostenibile. “Stiamo lavorando per connettere questa regione con le catene di valore globale, un progetto di grande impatto, che porterà lavoro e sviluppo locale,” ha aggiunto.
Ballerini ha inoltre evidenziato l’importanza della digitalizzazione come chiave per il successo dell’area di libero scambio africana. La formazione e il miglioramento dei sistemi doganali, fiscali e di certificazione sono fondamentali per consentire una transizione efficace verso un mercato libero e integrato. “La digitalizzazione permette anche all’Africa di fare un salto tecnologico, passando direttamente all’industria 5.0,” ha sottolineato. A tal proposito, l’Italia sta collaborando con startup africane, in particolare nel settore dell’agritech, sviluppando tecnologie per la trasformazione alimentare in Paesi come Kenya, Etiopia e Tunisia.
Per quanto riguarda gli strumenti finanziari che il Piano Mattei ha messo a disposizione delle imprese italiane interessate al mercato africano, Fabio Massimo Ballerini ha citato la collaborazione con la Banca Africana di Sviluppo, che fornisce finanziamenti multilaterali e leve di credito per ogni euro investito, e il Plafond Africa, istituito presso Cassa Depositi e Prestiti, che offre finanziamenti garantiti fino all’80% per investimenti italiani nel continente africano. “Il nostro obiettivo è creare un ecosistema di supporto che permetta alle imprese italiane di cogliere le opportunità africane in modo stabile e sicuro,” ha concluso Ballerini.
© Riproduzione riservata