di: Redazione | 21 Maggio 2014
AFRICA – Con una partecipazione più efficace alla produzione mondiale di beni e servizi, l’Africa può trasformare la sua economia e segnare una svolta di sviluppo: è quanto sostiene l’ultima edizione dell’Africa Economic Outlook 2014 presentato ieri dalla Banca Africana di Sviluppo (AfDB/Bad) riunita in plenaria a Kigali, in Rwanda, per il suo convegno annuale.
Prodotto ogni anno dalla AfDB , dal Centro di Sviluppo dell’OCSE e del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), il rapporto di quest’anno dimostra che l’Africa ha resistito a shock interni ed esterni, ed è pronta ora a raggiungere tassi di crescita economica sana.
Lo studio prevede che la crescita del continente acceleri al 4,8 per cento nel 2014 e al 5-6 per cento nel 2015, livelli non registrati da prima della crisi economica globale del 2009. Secondo il rapporto la crescita economica dell’Africa può contare su una base più ampia e diversificata rispetto al passato e infatti continua ad essere guidata dalla domanda interna, da infrastrutture e dall’aumento degli scambi continentali di manufatti.
“Al fine di sostenere la crescita economica e garantire che questa crei opportunità per tutti, i paesi africani dovrebbero continuare a ricostruire ammortizzatori fiscali e ad esercitare una prudente gestione dei dati macroeconomici. Qualsiasi cedimento nella gestione macroeconomica rischia di minare la futura crescita economica” ha detto Mthuli Ncube, capo economista e vice-presidente della Banca africana di sviluppo.
“Nel medio-lungo termine, la possibilità di partecipare alle catene globali del valore, dovrebbe essere visto come parte della strategia necessaria per raggiungere una crescita economica forte, sostenuta e inclusiva ” ha aggiunto .
Il rapporto sostiene che una partecipazione più efficace delle economie africane alle catene di valore regionali e globali – ovvero la gamma di attività che portano un prodotto dal concepimento alla consegna al consumatore – potrebbe servire come trampolino di lancio per l’Africa nella diversificazione economica, nella mobilitazione delle risorse interne e nell’attirare investimenti in infrastrutture critiche.
Per farlo, tuttavia, il continente ha bisogno di evitare di restare bloccato in attività a basso valore aggiunto. Ad esempio, le esportazioni dell’Africa verso il resto del mondo sono cresciute più velocemente di quelle di qualsiasi altra regione del pianeta nel 2012, ma restano dominate dalle materie prime e rappresentavano solo il 3,5 per cento delle esportazioni mondiali di merci nel 2012.
Secondo il rapporto per evitare questa trappola sarà necessario investire in settori nuovi e più produttivi, costruendo competenze, creando posti di lavoro e acquisendo nuove tecnologie, conoscenze e informazioni di mercato. Questi interventi richiedono buone politiche pubbliche, così come imprenditori che siano disposti e in grado ad aiutare a raggiungere questi obiettivi.