di: Valentina Milani | 8 Novembre 2024
“L’Africa è un continente giovane, in crescita, che aspira a costruire il proprio futuro e a prendere in mano il proprio destino,” ha detto Alessandra Pastorelli, della Direzione Generale del Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri, nel corso del suo intervento al convegno “Area africana di libero scambio e Piano Mattei, una finestra sul futuro dell’agricoltura” che si è tenuto mercoledì a Bologna nell’ambito di Eima International, l’Esposizione internazionale di macchine per l’agricoltura e il giardinaggio organizzata da FederUnacoma.
Pastorelli ha quindi offerto una riflessione sulla collaborazione tra Italia e Africa, soffermandosi in particolare sul tema della formazione e del coinvolgimento dei giovani africani facendo tesoro anche della sua esperienza in Africa, in particolare durante i quattro anni trascorsi ad Addis Abeba, esperienza che ha rafforzato la sua visione di un “partenariato paritario e consapevole” tra i due continenti.
“In Italia, invece, ci troviamo in una realtà sempre più invecchiata: per noi è essenziale lavorare insieme ai giovani africani, dando loro strumenti e competenze per far fiorire il potenziale del loro continente”, ha detto sottolineando l’importanza di ascoltare direttamente le voci locali per comprendere le loro vere necessità.
A sostegno delle imprese italiane che desiderano operare in Africa, Pastorelli ha illustrato il ruolo della Direzione Generale del Sistema Paese, che coordina strumenti come la Sezione speciale per l’assicurazione del credito all’estero (Sace) e Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), volti a facilitare l’ingresso delle aziende italiane nel mercato africano. Simest, per esempio, offre finanziamenti agevolati per joint venture con partner africani, garantendo il supporto finanziario alle imprese italiane. “Gli strumenti di diplomazia economica e le nostre ambasciate in Africa, ormai 29, con 5 consolati e l’Ice attiva in 28 Paesi, sono in prima linea per fornire assistenza e supporto alle aziende,” ha spiegato Pastorelli.
Un progetto recentemente avviato è l’apertura di un centro tecnologico in Uganda, in collaborazione con le istituzioni locali, che permetterà di rafforzare le competenze tecnologiche nell’uso di macchinari agricoli, ha spiegato precisando che “questo è solo uno degli esempi del contributo dell’Italia per lo sviluppo di competenze locali, anche attraverso lo strumento B Nova, dedicato alla formazione e alla diffusione delle tecnologie italiane”.
Guardando al futuro, Pastorelli ha sottolineato come il successo di questa cooperazione dipenda da un approccio integrato, che metta in rete le risorse istituzionali e imprenditoriali di entrambi i Paesi. “Le istituzioni non possono fare tutto da sole, e nemmeno le imprese possono agire indipendentemente. Solo un lavoro di squadra, basato su un ascolto reciproco e una comprensione profonda, può costruire una relazione duratura e vantaggiosa per entrambe le parti,” ha concluso.
Riguardo alle prospettive per le imprese italiane in Africa, Pastorelli si è mostrata ottimista: “Il continente africano offre grandissime opportunità, soprattutto per chi sa adattarsi alle sue esigenze specifiche e collaborare su un piano di parità.” Questa visione si allinea perfettamente con l’approccio del Piano Mattei, che punta a instaurare un partenariato equilibrato con l’Africa, riconoscendo l’importanza di un rapporto che valorizzi sia le esigenze delle comunità locali sia il potenziale delle imprese italiane di innovare e contribuire allo sviluppo del continente.
“Il nostro obiettivo è costruire ponti più duraturi tra Italia e Africa, nella consapevolezza che solo insieme potremo rispondere alle sfide e sfruttare al meglio le opportunità del futuro”. Ha concluso Alessandra Pastorelli.
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