di: Andrea Spinelli Barrile | 17 Luglio 2024
Tutto è iniziato con il viaggio di poco più di un anno fa del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in Kenya, precisamente quando il 15 marzo 2023 il capo di Stato italiano ha visitato il Luigi Broglio Space Center in un’assolata e caldissima Malindi. Il Centro Spaziale Luigi Broglio, base operativa dell’Agenzia Spaziale Italiana ed oggi utilizzato per la raccolta e la ricerca di dati satellitari, il tracciamento e l’addestramento, ha detto il ministro del Made in Italy Adolfo Urso “vorremmo che diventasse la base di addestramento e di formazione per i Paesi africani” che vogliono sviluppare il settore dell’aerospazio: l’occasione per l’annuncio è stata la Conferenza sullo Spazio Italia-Africa del 15 luglio 2024 a Roma, alla Farnesina, alla quale hanno partecipato anche, tra gli altri, l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Africa Space Agency, l’agenzia spaziale dell’Unione Africana.
“L’Italia” ha spiegato il ministro degli Esteri Antonio Tajani in apertura di conferenza, “può rappresentare un interlocutore affidabile, e aperto per una collaborazione paritaria di lungo periodo con i Paesi Africani con capacità spaziali, nel quadro più ampio del Piano Mattei”. Dello stesso avviso è Joseph Tandoh, direttore del Ghana Space Center, che a InfoAfrica ha detto di essere interessato in particolare alla “vostra esperienza nella scienza spaziale, in particolare nella produzione di satelliti, e anche con nell’uso dei dati di osservazione della Terra. Possiamo collaborare in termini di condivisione dei dati e anche di sviluppo delle capacità, il che è molto importante”.
Alla conferenza ha partecipato anche la ministra ghanese dell’Ambiente, scienza, tecnologia e innovazione Ophelia Mensah, la quale ha spiegato durante il suo intervento alla Conferenza che Accra guarda alla cooperazione nel settore spaziale in particolare nell’ottica di perseguire, e migliorare le performance, anche degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (Sdgs): “Serve una maggiore cooperazione nella tecnologia spaziale e nella relativa applicazione” ha detto Mensah, evidenziando “l’importanza del Ghana a livello di scienza e tecnologia spaziale”. Nel Paese africano è stato sviluppato un Centro spaziale con un programma di sviluppo ben preciso tramite politiche approvate nel 2022: “Abbiamo individuato delle aree fondamentali nella ricerca e nello sviluppo, nella formazione e nello sviluppo di tecnologia spaziale, di infrastrutture e partenariati”.
Il Ghana, in particolare, ha come fiore all’occhiello della propria industria spaziale “lo sviluppo di telescopi” con l’obiettivo di sviluppare “il telescopio più potente mai realizzato per l’esplorazione spazio, un progetto che coinvolge diversi Paesi”.
Attualmente il Paese, spiega Tandoh a InfoAfrica, ha la necessità di “aumentare la capacità del CubeSat, attualmente dotato di una risoluzione a 50 chilometri”. L’obiettivo è acquisire dati da applicare in campo agricolo perché “la sicurezza alimentare è sempre più una questione importante”. La cooperazione, in tal senso, è un principio alla base dell’approccio ghanese al settore aerospaziale: la ministra Mensah ha spiegato che la tecnologia spaziale ghanese ha applicazioni nella “ricerca, nella comunicazione e nell’aviazione, ma anche sui cambiamenti climatici e nella gestione dei problemi aziendali” garantendo un “elevato livello di prontezza” e “opportunità a livello di cooperazione o partenariato” nella ricerca e mitigazione dei problemi ambientali. In tal senso, la ministra del Ghana ha esortato “i leader delle agenzie spaziali africane e i partner europei ad aiutarci a costruire le infrastrutture necessarie a sviluppare il capitale umano con competenze solide”.
Lo stesso spirito applicativo di queste tecnologie è alla base dell’Africa Space Agency. Tidiane Ouattara, presidente dell’Africa Space Council, ha spiegato a InfoAfrica che l’approccio riguarda quattro segmenti: “Osservazione della Terra, comunicazione satellitare, navigazione e posizionamento satellitare e astronomia. Che vantaggio porta ai cittadini? Dati e informazioni: dati per prendere decisioni, informazioni per prendere decisioni. Ed è per questo che lo spazio è importante”. L’obiettivo è acquisire informazioni su scala locale, nazionale e quindi continentale, una mappa combinata “per avere tutti i punti di vista in cui sviluppare nuovi scenari di sviluppo” e, proprio per questo, la necessità è “costruire l’infrastruttura per ricevere e distribuire i dati e, allo stesso tempo, sviluppare servizi rispetto a ciascuna tematica”.
Ed è qui che si torna al Centro Broglio di Malindi: “Per fare tutto questo” dice Ouattara “dobbiamo imparare da Paesi come l’Italia” che proprio nel continente hanno già progetti spaziali con “una vasta e lunga esperienza: non abbiamo bisogno di iniziare da zero”. L’Unione Africana e la sua agenzia spaziale interpretano questa potenziale cooperazione con l’Italia come un ponte verso l’Europa: “Non abbiamo scelta: il modo tradizionale di eseguire le mappature è lungo e costoso, tramite i satelliti si possono ottenere tutti i dati puntuali che desideri ogni giorno, in tempo reale” e questo può permettere di sviluppare “strategie di impatto reale” per contrastare i cambiamenti climatici, sviluppare il telerilevamento in agricoltura e per la pianificazione urbanistica, solo per citare alcuni settori.
La questione, riguarda sempre la cosiddetta “messa a terra” dei progetti. Ovvero, i soldi. Da parte africana la fame, e la ricerca, di investitori, partner e donatori per il settore dell’aerospazio è importante e non è chiaro quanti, quali e di che entità siano i progetti di partnership in cantiere in tal senso.
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