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Africa: Ai, DeepSeek in Africa potrebbe spaccare

di: Andrea Spinelli Barrile | 31 Gennaio 2025

Tutti pazzi (o tutti critici) per DeepSeek, l’Intelligenza artificiale cinese che con il suo modello R1 lanciato il 20 gennaio ha messo in crisi il modello economico delle concorrenti occidentali OpenAi e Google, che dominano il mercato globale delle Intelligenze artificiali.

Un modello che sembra piacere molto agli utenti africani.

A differenza dei modelli di Ia sviluppati da Google (Gemini), OpenAi (ChatGpt) o Microsoft (Copilot), che operano con licenze chiuse e impongono barriere di prezzo, DeepSeek R1 si basa su un modello open source e offre prezzi significativamente più bassi.

Oggi, un abbonamento ChatGpt Pro può variare tra 20 e 200 dollari al mese (a seconda del Paese dal quale si vive) mentre DeepSeek offre un’opzione più economica, con costi che vengono pubblicizzati tra 2 e i 5 dollari al mese. Un’intelligenza artificiale economicamente molto più accessibile, alla portata di qualunque piccola e media impresa e start-up africana, ma anche alle istituzioni pubbliche. Un dato economico che potrebbe avvantaggiare la Cina anche in questo mercato.

Secondo il rapporto Africa development insights di giugno 2024, un lavoro del Programma di sviluppo delle Nazioni unite (Undp), l’intelligenza artificiale potrebbe aggiungere 1,2 trilioni di dollari all’economia africana entro il 2030 e Google avanza addirittura una stima più elevata: 1,5 trilioni di dollari. In Africa, i benefici potenziali derivanti dall’Intelligenza artificiale sono ampiamente riconosciuti, forse più che in Europa: tuttavia, nonostante queste prospettive incoraggianti, il continente africano si trova ad affrontare sfide enormi legate all’accessibilità a questa tecnologia: il costo proibitivo dei modelli di intelligenza artificiale occidentali rimane un grosso ostacolo per molte aziende africane, forse il principale. DeepSeek potrebbe offrire un’alternativa più economica, ma è ancora troppo presto per valutarne il reale impatto sul continente.

Un’altro tema riguarda i set di dati per il machine learning: la proposta di un’Ai in open source permette sicuramente agli utenti africani di “addestrare” con set di dati “africani” le Intelligenze artificiali, il tutto a costi abbordabili contrariamente a tecnologie occidentali simili.

© Riproduzione riservata

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