di: Redazione | 19 Febbraio 2018
NIGER – (Dai nostri inviati) Balli e canti tradizionali, premiazioni e discorsi davanti a una platea locale internazionale hanno chiuso ieri la XIII edizione del Festival de l’Air a Iferuane, capoluogo simbolico di questa regione montuosa e arida da cui poi ha inizio il deserto del Teneré.
“Un festival – ha detto il ministro del Turismo Ahmet Botto – che intende proporsi come momento di attenzione verso il mondo esterno perché questa regione ha la necessità di far ripartire il turismo che fino a pochi anni fa era uno dei motori dell’economia locale”.
Davanti al primo ministro Brigi Rafini, originario di Iferuane, la Commissaria dell’Unione Africana per Infrastrutture, Energia e Turismo, Amani Abu Zeid, ha sottolineato come l’Africa intera deve unirsi per valorizzare le sue bellezze e le sue attrazioni.
Parlando con InfoAfrica, la Commissaria dell’Ua ha sottolineato che se è vero che ci sono questioni di sicurezza apetrte è altrettanto vero che c’è uno “sforzo per affrontare delle questioni che in realtà sono ormai globali e non limitate ad alcune zone”. Questioni che hanno a che fare con lo sviluppo “e che possono diventare laboratori di cooperazione win-win”.
Alla manifestazione hanno preso parte tra gli altri gli ambasciatori a Niamey dell’Unione Europea, di Francia, Stati Uniti, Turchia, Cina oltre che una delegazione di parlamentari francesi. Una presenza dal forte valore simbolico, sottolineata e più volte apprezzata nel corso della manifestazione.
Guidata dal primo ministro la delegazione dei diplomatici stranieri ha trascorso una notte nel deserto, arrivando a bordo di fuoristrada alla parte iniziale del Tenerè. Una marcia imponente, quasi a voler significare che questa zona rossa, perché ormai così segnata dalle diplomazie occidentali, è ancora sotto il controllo delle autorità nigerine.
Un fatto quest’ultimo sottolineato dallo stesso primo ministro Rafini: “Questo è un paradiso che il Niger vuole condividere con il resto del mondo – ha detto il ministro – abbiamo voluto che i nostri Paesi amici vedessero con i propri occhi quale è la situazione, ci auguriamo di collaborare sempre di più anche con l’Italia, Paese a noi vicino, che da poco ha aperto un’ambasciata a Niamey e con il quale vogliamo una proficua cooperazione”. [GB / CC]
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