di: Redazione | 21 Luglio 2017
Tecnici dell’Enas, l’Ente Acque della Sardegna, hanno preso parte a un progetto di cooperazione in Benin, ad Abomey Calavi, una tra le più importanti città del Paese dell’Africa subsahariana insieme alla capitale economica Cotonou, per una gestione efficace dell’acqua attraverso il trasferimento di buone pratiche.
“Questi rapporti sono in piena evoluzione e rispecchiano una precisa strategia della Giunta che vuole costruire relazioni stabili e costruttive nel nome di comuni interessi”, ha spiegato l’assessore regionale degli Affari Generali Filippo Spanu in un incontro con la delegazione della municipalità di Abomey Calavi, guidata dal sindaco Georges Adedjoye Bada, in visita in Sardegna per uno scambio di informazioni e esperienze con amministratori locali e imprenditori.
Abomey Calavi è una città di 375 mila abitanti in forte espansione e crescita demografica. Il Comune è diviso in 9 distretti amministrativi distribuiti in 71 villaggi e quartieri. L’agricoltura e la pesca sono le attività prevalenti in un’economia ancora molto fragile. Il progetto, di cui è capofila l’Enas, si propone di realizzare uno studio sulle acque e elaborare, anche attraverso la formazione di tecnici locali, un manuale per la gestione delle risorse idriche in coerenza con la legislazione nazionale.
Grazie a un bando europeo, sono a disposizione circa un milione di euro. Il seminario di chiusura si svolgerà in Benin nelle prossime settimane. “Per noi”, ha detto il sindaco di Abomey Calavi, “è una grande opportunità per lo sviluppo della comunità. Grazie alla Sardegna stiamo acquisendo informazioni preziose sulla gestione dell’acqua e sulla soluzione dei conflitti legati all’uso della risorsa idrica”.
“Di fronte a fenomeni migratori di grande ampiezza e dimensioni”, ha aggiunto Spanu, “dobbiamo necessariamente sostenere la crescita dei paesi dell’Africa. Siamo impegnati, con iniziative concrete e ben avviate, in Tunisia e in Senegal. Il progetto con il Benin è un tassello ulteriore di un processo virtuoso di collaborazione da valutare sotto un duplice punto di vista: offriamo un sostegno ai Paesi africani da cui partono i flussi migratori e valorizziamo le nostre competenze ultradecennali che, in questo modo, trovano un utile sbocco”.
“La Sardegna, che con il presidente Pigliaru ha il coordinamento in materia di cooperazione decentrata nell’ambito della Conferenza delle Regioni”, ha ricordato l’assessore, “vuole rafforzare questo sistema di relazioni e la capacità di intervento nei paesi in via di sviluppo. C’è uno slogan che è la sintesi delle energie e degli slanci che danno vita a questi progetti fondati sul dialogo e sulla condivisione: aiutiamoci in casa nostra. Dobbiamo accogliere, pur nel rispetto delle quote stabilite, chi arriva da molto lontano al termine di viaggi molto dolorosi, ma è anche necessario impegnarsi per migliorare il quadro economico degli Stati da cui le migrazioni hanno inizio”.
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