di: Redazione | 20 Maggio 2016
“Il mare non fa distinzione tra rifugiati e migranti economici e ogni giorno giungono notizie di barconi in arrivo ma soprattutto di esseri umani che perdono la vita in viaggio con la speranza di un futuro migliore. L’assistenza umanitaria e l’accoglienza sono doverose e necessarie ma non bastano. Siamo chiamati ad aiutare i paesi di provenienza dei migranti e a tempo stesso a modificare i nostri rapporti con l’Africa sulla base di uno scambio reciproco positivo di crescita”: è questa la filosofia di azione illustrata da Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria (Acri) in occasione di un incontro svoltosi il 18 maggio a Roma.
“Migrazioni, sviluppo, solidarietà. Le Fondazioni tessono reti di collaborazione” è stato il tema della tavola rotonda organizzata da Acri e Assifero, che riunisce le altre fondazioni ed enti di erogazione.
Dopo una serie iniziative di cooperazione in Senegal e in Uganda, il progetto Fondazioni for Africa in Burkina Faso ha coinvolto a partire dal 2014 28 Fondazioni bancarie associate all’Acri, diverse organizzazioni non governative e no profit che hanno unito le loro forze per garantire la sicurezza alimentare a 60.000 persone in uno dei paesi più poveri del pianeta.
Cuore pulsante del progetto – con un bilancio di 4,5 milioni di euro – è la comunità burkinabé in Italia e localmente associazioni contadine e comunitarie così come anche le istituzioni con le quali si è creata una vasta rete di lavoro in sinergia per un futuro sostenibile e comune.
“L’obiettivo è creare condizioni di sviluppo affinché i giovani non siano costretti ad emigrare – ha sottolineato Guzzetti – Un’attenzione particolare va alle donne e ai giovani, entrambi motori di sviluppo determinanti per il futuro. Inoltre, grazie al progetto passi avanti sono stati compiuti per l’integrazione della comunità burkinabé in Italia”.
Primo pilastro del progetto è il diritto al cibo con sostegno alle filiere produttive di riso, soia e altri alimenti di base – per migliorarne produttività, trasformazione e commercializzazione – tramite 250 organizzazioni contadine locali che hanno accesso al credito sotto forma di micro finanza e ad attività di formazione. Secondo pilastro è quello della promozione dell’agricoltura biologica con percorsi formativi per 6000 persone sia in Burkina Faso che della comunità burkinabé in Italia – 17.000 in tutto – con l’idea di promuovere interventi sostenibili e di favorire il rientro in patria per chi lo desidera.
I progetti portati avanti finora sono stati potenziati grazie alle risorse economiche messe in campo e raddoppiate nel caso di partenariati allacciati tra Acri ed enti pubblici locali, tra cui la regione Veneto, Piemonte e la provincia autonoma di Bolzano.
“E’ fondamentale riuscire a costruire reti territoriali per lavorare in partenariato e sinergia – ha spiegato Ilaria Caramia, portavoce dell’iniziativa – Oggi la lotta alla fame passa attraverso un cambiamento di passo, che è prima di tutto culturale. Significa fare sistema. Aggregare risorse e competenze. Programmare interventi efficaci. Promuovere buone pratiche e innovazione. Significa insomma lavorare insieme per un unico obiettivo: produrre un cambiamento positivo e duraturo.
Per il reportage completo sulla Tavola Rotonda, visita il sito di InfoAfrica, www.infoafrica.it
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