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Inaet: Ogola (Kenya), sì a transizione, ma servono investimenti

di: Redazione | 8 Aprile 2025

“Nonostante gli impegni, vediamo ancora poco lavoro concreto su come i Paesi dovrebbero effettuare la transizione: molti non hanno ancora un piano di transizione energetica giusto e chiaro. Solo pochi Paesi, come il Sudafrica, hanno definito un percorso netto”. A lanciare l’allarme è Pacifica Ogola, che dirige il dipartimento sul Cambiamento climatico del ministero dell’Ambiente del Kenya, uno dei Paesi più avanzati nel processo di transizione verso le energie rinnovabili in Africa.

Intervenendo questa mattina durante la conferenza Inaet, in corso a Nairobi, Ogola ha sottolineato le azioni promosse da Nairobi per accelerare il passaggio alle energie rinnovabili, sottolineando i risultati già ottenuti e gli ostacoli ancora da superare.

“Il nostro impegno con l’Unione Africana è di raccogliere tutti questi progetti e facilitare l’incontro tra progetti e investimenti per raggiungere l’obiettivo dei 300 GW” ha affermato Ogola, menzionando uno degli impegni che il Kenya ha preso durante il vertice sul clima in Africa, nel 2023, e che dovrebbe essere rispettato entro il 2030.

“Naturalmente, un grosso ostacolo è il costo del capitale: la maggior parte dei Paesi africani è molto indebitata” ha sottolineato Ogola: “Qui in Kenya, ad esempio, circa il 70% del Pil è destinato al rimborso del debito. Quindi finanziare nuovi investimenti energetici è una priorità urgente. Ma sappiamo anche che solo il 2% degli investimenti globali nelle energie rinnovabili arriva in Africa, secondo l’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (Irena). Ci chiediamo: possiamo fissare un obiettivo? Per esempio, portare questa quota al 10 o 20% entro il 2030?”.

Nel suo intervento, la rappresentante keniana ha sottolineato anche l’obiettivo di valorizzare le risorse africane, in particolare i minerali critici, per migliorare l’accesso all’energia elettrica nel continente. “Molti dicono che l’Africa non ha capacità, ma noi abbiamo risorse. Dobbiamo sbloccare il loro potenziale” ha sottolineato Ogola.

“In Kenya, i costi delle energie rinnovabili, ad esempio del solare, sono molto diminuiti – ha sottolineato Ogola – stiamo assistendo a una rivoluzione dell’energia solare: pannelli fotovoltaici, illuminazione solare, il tutto promosso anche da compagnie telefoniche come Safaricom attraverso programmi di “pagamento a consumo” come M-Kopa. Questo modello ha permesso di diffondere l’illuminazione solare anche tra chi ha poche risorse”.

“Durante la Cop28 – ha aggiunto la rappresentante ministeriale – abbiamo anche avviato il percorso per la transizione graduale e ordinata dall’uso dei combustibili fossili”, che dovrebbe essere presentato entro la fine di questo mese.

L’intervento di Ogola si è inserito nel panel inaugurale della Conferenza Inaet, intitolato “Dalla visione all’azione: l’Africa e la transizione energetica”. Alla prima sessione ha partecipato, tra gli altri, anche Mery Porter, direttore regionale per l’Africa della International Finance Corporation (Ifc, un’agenzia della Banca Mondiale): “Il Gruppo Banca Mondiale – ha affermato – ha annunciato l’iniziativa Mission 300 in collaborazione con la Banca Africana di Sviluppo. Mission 300 ha l’obiettivo di collegare all’energia elettrica altri 300 milioni di persone nell’Africa subsahariana entro il 2030. Questo è il livello di ambizione di cui abbiamo bisogno”.

Parole di apprezzamento sono state espresse dai relatori verso il progetto Inaet e il suo obiettivo di “promuovere un’agenda africana sulla transizione energetica africana”, come ha evidenziato Domenico Lombardi, Policy Observator Director della Luiss School of Government e moderatore dell’incontro. “La due giorni sarà dedicata a questo – ha sottolineato Lombardi – con l’aiuto dei relatori”, tra cui figurano rappresentanti di diversi governi e istituzioni africane.

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