spot_img
0,00 EUR

Nessun prodotto nel carrello.

Zimbabwe: lo ZiG perde terreno, torna il dollaro

di: Valentina Milani | 9 Aprile 2025

La carenza di liquidità in Zimbabwe sta rafforzando l’uso del dollaro statunitense e minando ulteriormente la fiducia nello ZiG (Zimbabwe Gold), la valuta sostenuta dalle riserve auree introdotta meno di un anno fa dal governo di Harare per ridurre la dipendenza dalla moneta americana.

Come ricorda Blommberg, lanciato l’8 aprile 2024 come sesto tentativo dal 2009 di ristabilire una moneta locale stabile, lo ZiG ha subito una pesante svalutazione già a settembre, con la Banca centrale che ha ridotto il suo valore del 43%, alzato il tasso di interesse chiave dal 20% al 35% e aumentato i requisiti di riserva obbligatoria per le banche. Tuttavia, da inizio anno lo ZiG ha perso un ulteriore 4% del suo valore.

Secondo l’economista indipendente Eddie Cross, già membro del comitato di politica monetaria della banca centrale interpellato da Bloomberg, la valuta è ormai marginale: “Lo ZiG è stato praticamente ucciso. La nostra economia è di fatto dollarizzata”.

La politica monetaria restrittiva ha provocato un crollo dei titoli nella Borsa di Harare, una deflazione dello 0,1% a marzo e una quasi totale scomparsa dello ZiG dal mercato informale. Attualmente, la valuta locale viene impiegata solo per transazioni di modesta entità, come il pagamento di utenze, tasse e una parte degli stipendi pubblici. Il resto delle spese quotidiane – compresi carburanti, affitti e medicinali – è coperto in dollari Usa. La banconota di maggior valore dello ZiG equivale oggi a circa 7,50 dollari, quanto basta per acquistare sei pagnotte.

Nonostante il sostegno di oltre 550 milioni di dollari in riserve auree e valutarie, l’uso limitato dello ZiG nei settori cruciali dell’economia ha reso le differenze con le precedenti valute fallite “più che altro cosmetiche”, ha osservato Jacques Nel, responsabile delle analisi macroeconomiche sull’Africa per Oxford Economics.

Secondo Hasnain Malik, stratega dei mercati emergenti presso Tellimer a Dubai citato da Bloomberg, il principale limite resta l’insufficienza delle riserve in valuta forte, legata all’esclusione dello Zimbabwe dai mercati dei capitali internazionali a seguito del default sul debito del 1999. “La fine dello ZiG non dovrebbe sorprendere nessuno”, ha commentato.

La banca centrale, tuttavia, ha confermato la linea della stretta monetaria, mantenendo il tasso d’interesse al 35% anche la scorsa settimana. “Sarà un percorso accidentato, ma il nostro impegno è totale”, ha dichiarato Innocent Matshe, vice governatore della Reserve Bank of Zimbabwe, durante un incontro con imprenditori a Harare il 13 febbraio.

Per Tony Hawkins, economista indipendente ed ex docente all’Università dello Zimbabwe, la sopravvivenza della valuta dipende esclusivamente dal sostegno politico del partito di governo. “Ogni nuova valuta in Zimbabwe ha avuto una vita più breve della precedente”, ha ricordato. “Lo ZiG non fa eccezione: viene usato solo per speculazioni e per pagare i dipendenti pubblici. Non credo possa durare a lungo”, si legge sulla medesima fonte.

© Riproduzione riservata

Articoli correlati

spot_img

I Podcast

spot_img

Rubriche