di: Céline Dominique Nadler | 24 Dicembre 2024
Nonostante il potenziale agricolo, nel 2024, la Costa d’Avorio è il più grande importatore di riso in Africa, con importazioni stimate in 433,26 miliardi di franchi Cfa – circa 665 milioni di euro -, secondo un’analisi pubblicata da Africa Business Insider e riportata dai media locali.
Il portale Linfodrome ricorda in particolare che mentre negli anni ’70 la Costa d’Avorio era ancora autosufficiente per quanto riguarda il riso, alimento base consumato quotidianamente dalla grande maggioranza della popolazione, con la costante crescita della popolazione (2,5% di variazione annua) e la rapida urbanizzazione (52%), la domanda di riso ha continuato ad aumentare, una situazione con la quale la produzione locale non è andata di pari passo. Di conseguenza, il Paese continua a fare molto affidamento sulle importazioni per colmare il divario tra domanda interna e offerta. Una dipendenza che rappresenta un costo significativo per l’economia ivoriana, gravando sulle riserve valutarie e aumentando la vulnerabilità del Paese alle fluttuazioni dei prezzi sui mercati internazionali.
Le importazioni di riso hanno così superato la soglia dei 500 miliardi di franchi Cfa nel 2022, costituendo una delle maggiori voci di spesa in Costa d’Avorio, ma soprattutto il cibo più importato.
La Costa d’Avorio, tuttavia, ha un enorme potenziale per la coltivazione del riso, con più di due milioni di ettari di terreno coltivabile e abbondanti risorse idriche, stimate in quasi 77 miliardi di metri cubi all’anno. Consapevole di questo potenziale, il Paese ha stabilito una nuova strategia di sviluppo del settore del riso (Sndr 2), che richiede un investimento di 780 miliardi di franchi Cfa (circa 1,2 miliardi di euro) per il periodo 2024-2030. Una somma che verrà distribuita in due fasi, con obiettivi progressivi volti ad incrementare la produzione di riso del Paese. La prima fase, del costo di 327,6 miliardi di franchi Cfa, si estenderà dal 2024 al 2027, mentre la seconda, del costo di 462,42 miliardi di franchi Cfa, coprirà il periodo 2028-2030. L’obiettivo è quello di aumentare la produzione locale di risone a 4,16 milioni di tonnellate entro il 2027, a fronte di uno stock attuale di circa 1,8 milioni di tonnellate. Allo stesso tempo, l’Sndr 2 punta alla produzione di 3,2 milioni di tonnellate di riso lavorato entro il 2030, rispetto a una fornitura locale stimata a 1,4 milioni di tonnellate nel 2023. Per fare ciò, circa il 66% del finanziamento totale sarà destinato all’aumento delle superfici coltivate a riso e alla gestione delle acque, mentre il 27% sarà destinato al miglioramento della produttività delle coltivazioni di riso. Il restante 7% sarà utilizzato per migliorare la trasformazione del settore, nonché per rafforzare la governance, il finanziamento e il contesto imprenditoriale.
Tuttavia, la Costa d’Avorio non è un caso isolato. Nella classifica di Africa Business Insider, Paesi come il Benin (600 milioni di euro) e il Sudafrica (580 milioni di euro) occupano rispettivamente il secondo e il terzo posto. Diversi altri Paesi africani sono tra i maggiori importatori di riso, come il Senegal (455 milioni), il Kenya (358 milioni) e la Guinea (307 milioni). Una tendenza che evidenzia un problema più ampio: l’Africa, nonostante le sue abbondanti terre coltivabili, rimane in gran parte dipendente dalle importazioni per nutrire la sua popolazione.
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