di: Andrea Spinelli Barrile | 18 Dicembre 2024
Per la prima volta, il Consiglio d’Europa ha imposto sanzioni nei confronti di una persona fisica e un’entità responsabile “delle azioni destabilizzanti della Russia in Africa”: i sanzionati sono l’agenzia stampa Africa initiative e Artem Kureev, il fondatore e caporedattore dell’agenzia.
L’inclusione negli elenchi delle sanzioni comporta, sia per Ai che per Kureev, il blocco dei conti bancari europei, il divieto di svolgere attività e l’ingresso nei Paesi dell’Ue. Non è la prima volta che l’agenzia finisce sotto il radar dei rappresentanti ufficiali dei Paesi occidentali collettivi: nel febbraio 2024, il Dipartimento di Stato americano aveva accusato Africa initiative di “peggiorare la reputazione dei paesi occidentali” negli Stati africani e di “migliorare l’immagine della Russia” e secondo gli Stati uniti “i servizi segreti russi forniscono sostegno materiale e raccomandazioni ad Africa initiative”. Possibile, visto che Kureev è un ex-ufficiale del Servizio federale di sicurezza russo (Fsb), già in passato coinvolto direttamente in campagne di disinformazione online in Europa ed Africa, campagne messe a punto dalla cosiddetta “fabbrica dei troll” di Prigozhin.
“Per me e il mio team, le sanzioni dell’Ue sono, prima di tutto, un riconoscimento della nostra efficacia. Sempre più africani scoprono la verità sulla Russia, sempre più russi scoprono l’Africa, capiscono perché la lotta contro il neocolonialismo è necessaria e perché stiamo spendendo risorse per l’Africa”, ha dichiarato Kureev all’agenzia russa Tass. Secondo Kureev, le sanzioni sono “ridicole” e dimostrano la completa ignoranza della realtà russa da parte dell’Europa: “Definire un politologo e giornalista un dipendente dei servizi speciali è una completa ignoranza delle realtà russe. Né io né i miei dipendenti che lavorano in Russia e in Africa abbiamo paura delle sanzioni. Non abbiamo proprietà all’estero e i Paesi in cui operiamo, come la Russia, semplicemente ignorano le sanzioni dell’Ue”, ha detto Kureev.
Ma l’Unione europea non prende di mira soltanto Africa initiative: nella lista delle sanzioni c’è infatti un certo numero di giornalisti, funzionari, uomini d’affari e scienziati politici russi, tra cui Tina Kandelaki, Timofey Bordachev e altre 14 persone e 3 organizzazioni “per azioni ibride della Federazione Russa dirette contro l’Unione europea, i Paesi dell’Ue, le organizzazioni internazionali e i Paesi terzi”. Tra i sanzionati c’è anche il Gruppo panafricano per il commercio e gli investimenti (Groupe panafricain pour le commerce et l’investissement, Gpci) registrato in Togo e il cui capo e fondatore è Harouna Douamba, soprannominato “allevatore di troll” per conto della Russia.
Questa mattina Africa initiative è ancora accessibile senza una connessione Vpn da un qualsiasi Paese europeo dell’Ue. Non lo è, invece, Sputnik Africa e risulta offline da ieri per gli europei anche il suo attivissimo canale Telegram. In tal senso, le sanzioni ai media russi che fanno propaganda sono in realtà controproducenti, oltre che paternalistiche, perché impediscono, o meglio rendono la vita molto difficile, ai cronisti di recuperare informazioni e verificarle per proteggersi dalla propaganda.
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