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Africa: criminalità informatica, operazione Interpol e Afripol

di: Celine Camoin | 29 Novembre 2024

Un’operazione di ampio raggio ha portato all’arresto di 1.006 sospettati e smantellato 134.089 infrastrutture e reti illecite in 19 Paesi africani, grazie a un’operazione congiunta di Interpol e Afripol contro la criminalità informatica.

Un comunicato di Interpol spiega che l’operazione denominata Serengeti ha preso di mira i criminali dietro ransomware, compromissione della posta elettronica aziendale, estorsione digitale e truffe online, tutti identificati come minacce importanti nel rapporto di valutazione delle minacce informatiche in Africa del 2024. Durante l’operazione, svoltasi tra il 2 settembre e il 31 ottobre, sono state identificate più di 35.000 vittime, con casi collegati a quasi 193 milioni di dollari di perdite finanziarie in tutto il mondo.

Le informazioni fornite dai Paesi partecipanti sui casi in corso con Interpol sono state inserite in 65 rapporti di analisi informatica che sono stati prodotti per garantire che le azioni sul campo fossero guidate dall’intelligence e focalizzate sugli attori più significativi. I Paesi partecipanti sono Algeria, Angola, Benin, Camerun, Costa d’Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Ghana, Kenya, Mauritius, Mozambico, Nigeria, Ruanda, Senegal, Sudafrica, Tanzania, Tunisia, Zambia, Zimbabwe.

Anche i partner del settore privato, tra cui i provider di servizi Internet, hanno svolto un ruolo fondamentale condividendo intelligence, supportando l’analisi e interrompendo le attività criminali. Hanno fornito supporto in loco e offerto assistenza remota 24 ore su 24 per correggere le vulnerabilità e proteggere le infrastrutture critiche per i paesi membri partecipanti.

“Dalle truffe di marketing multilivello alle frodi sulle carte di credito su scala industriale, il volume crescente e la maggiore sofisticazione degli attacchi informatici sono motivo di seria preoccupazione. L’operazione Serengeti mostra cosa possiamo ottenere lavorando insieme e questi arresti da soli salveranno innumerevoli potenziali vittime future da reali sofferenze personali e finanziarie. Sappiamo che questa è solo la punta dell’iceberg, motivo per cui continueremo a prendere di mira questi gruppi criminali in tutto il mondo”, ha commentato Valdecy Urquiza, Segretario generale dell’Interpol.

“Attraverso Serengeti, Afripol ha notevolmente migliorato il supporto alle forze dell’ordine negli Stati membri dell’Unione Africana. Abbiamo facilitato arresti chiave e approfondito le tendenze della criminalità informatica. Ora ci concentriamo su minacce emergenti come malware basati sull’intelligenza artificiale e tecniche di attacco avanzate”, ha detto dal canto suo l’ambasciatore Jalel Chelba, direttore esecutivo di Afripol.

Il comunicato cita casi di studio: in Kenya, gli ufficiali hanno risolto un caso di frode online su carte di credito collegata a perdite di 8,6 milioni di dollari. I fondi, rubati tramite script fraudolenti eseguiti dopo aver alterato il protocollo di sicurezza del sistema bancario, sono stati prontamente ridistribuiti dal gruppo tramite Swift ad aziende negli Emirati Arabi Uniti, in Nigeria e in Cina e, successivamente, a istituti di asset digitali che offrono servizi finanziari e di trading regolamentati in più giurisdizioni. Finora sono state effettuate quasi due dozzine di arresti.

Otto persone, tra cui cinque cittadini cinesi, sono state arrestate in Senegal per uno schema Ponzi online da 6 milioni di dollari che ha colpito 1.811 vittime. Una perquisizione del loro appartamento ha portato alla luce oltre 900 schede Sim, 11.000 dollari in contanti, telefoni, computer portatili e copie delle carte d’identità delle vittime.

Le autorità nigeriane hanno arrestato un uomo accusato di aver gestito truffe sugli investimenti online. Si ritiene che abbia guadagnato più di 300.000 dollari adescando le vittime tramite piattaforme di messaggistica con false promesse di rendimenti in criptovaluta.

In Camerun, le autorità hanno arrestato un gruppo sospettato di aver trafficato vittime da sette Paesi diversi per gestire una truffa di marketing multilivello. Dopo aver pagato una “quota associativa”, alle vittime venivano promesse opportunità di lavoro o formazione, ma una volta in Camerun, venivano tenute prigioniere e obbligate ad attirare altri nel sistema per ottenere la libertà. Le stime iniziali mostrano che il gruppo aveva già intascato almeno 150.000 dollari di commissioni.

Gli investigatori angolani hanno smantellato un gruppo criminale internazionale che gestiva un casinò virtuale a Luanda. Il gruppo, che aveva come obiettivo principalmente giocatori brasiliani e nigeriani, ha truffato centinaia di persone tramite la sua piattaforma online, offrendo una percentuale delle vincite ai membri che reclutavano nuovi abbonati. Sono stati effettuati circa 150 arresti, con gli ufficiali che hanno sequestrato 200 computer e oltre 100 telefoni cellulari.

L’operazione Serengeti è stata condotta con finanziamenti del Foreign, Commonwealth and Development Office del Regno Unito, del ministero federale degli Affari Esteri tedesco e del Consiglio d’Europa. I partner operativi sono Cybercrime Atlas, Fortinet, Group-IB, Kaspersky, Team Cymru, Trend Micro, e Uppsala Security.

Afripol è un’istituzione tecnica dell’Unione Africana il cui mandato è rafforzare la cooperazione tra le agenzie di polizia degli Stati membri dell’Ua nella prevenzione e nella lotta contro la criminalità organizzata transnazionale, il terrorismo e la criminalità informatica.

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