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Kenya: gig-economy, un toolkit per migliorare le politiche

di: Andrea Spinelli Barrile | 15 Novembre 2024

Il ministero dell’Informazione, delle comunicazioni e dell’economia digitale del Kenya ha presentato un toolkit ideato per offrire una tabella di marcia politica volta a dare impulso alla sua gig economy. Il toolkit è stato reso pubblico durante una conferenza cui ha partecipato la segretaria del ministero Mary Kerema, che ha detto che con questo strumento il governo vuole “offrire una guida politica per il progresso dell’economia digitale”, offrire una tabella di marcia completa per la gig-economy keniana e creare un settore più “equo e sostenibile”, in cui sono impiegati oltre un milione di lavoratori.

Il nuovo toolkit introdurrà nuove strategie politiche volte ad ampliare l’accesso ai servizi digitali e a promuovere una crescita sostenibile nell’economia digitale e affronterà le sfide dei lavoratori gig nei settori digitali, con l’obiettivo di promuovere crescita e sviluppo. Sviluppato dalla fondazione Mastercard, eMobilis technology institute e Africa practice, il toolkit aiuterà a stabilire politiche e linee guida per garantire pagamenti puntuali ai lavoratori e prevenire lo sfruttamento da parte dei datori di lavoro.

Attualmente sono 1,2 milioni i lavoratori, la maggior parte dei quali opera nel settore informale, impiegati nella gig economy del Kenya: con un valore annuo del settore stimato in 109 milioni di dollari, il lavoro occasionale è diventato un pilastro dell’economia digitale del Kenya. Nonostante questa crescita, secondo Ken Mwenda, amministratore delegato e co-fondatore dell’eMobilis technology institute, i lavoratori autonomi del settore devono affrontare sfide quali pregiudizi algoritmici sulle piattaforme globali e limitate tutele legali in Kenya e, in questo senso, il toolkit adotta un approccio di cambiamento di sistema per rafforzare la connessione tra la tutela del lavoro e un ambiente favorevole per le aziende, come le piattaforme di lavoro digitali e le imprese di esternalizzazione dei processi aziendali. Propone cinque interventi chiave, tra cui la creazione di un forum tripartito per stabilire standard di settore e una piattaforma di registrazione multiuso per i lavoratori gig, evidenziando inoltre la necessità di riforme legali per migliorare la tutela dei lavoratori autonomi ai sensi dell’Employment act del 2007 e di altre leggi sul lavoro.

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