di: Andrea Spinelli Barrile | 10 Ottobre 2024
Si è aperto martedì a Mosca, in Russia, il forum “Giornate economiche del Burkina Faso”, che andrà avanti fino all’11 ottobre e che vede la partecipazione delle più alte cariche dello Stato burkinabé, a partire dal primo ministro Apollinaire Joachim Kjelem de Tambela, che ha partecipato alla cerimonia di apertura pronunciando un discorso.
De Tambela si trova in Russia da qualche giorno, a capo di una folta delegazione ministeriale burkinabé che è arrivata in Russia in forze per avviare partnership nuove, dialogare con le imprese e promuovere i suoi settori economici più promettenti, da quello energetico a quello minerario fino alla sicurezza, a potenziali partner e investitori russi e bielorussi.
Secondo Iniziativa africana, portale di informazione verticale dedicato all’Africa controllato dal Cremlino che è anche media partner e sponsor del Forum, alla cerimonia di apertura hanno partecipato, oltre al primo ministro burkinabé de Tambela, numerosi rappresentanti del Consiglio dei ministri del Paese africano e del ministero degli Esteri russo, diplomatici e rappresentanti di decine di imprese russe: in totale, riporta Iniziativa africana, hanno preso parte alla prima giornata del Forum oltre 300 persone.
L’ambasciatore del Burkina Faso a Mosca, Aristide Rapungdondbou Ludovic Tapsobu, durante il suo discorso di apertura ha ringraziato il governo di Ouagadougou per aver scelto la Russia per ospitare le Giornate economiche e ha sottolineato che per la prima volta dalla pandemia di coronavirus, questo evento si svolge offline: “Le giornate economiche del Burkina Faso in Russia rappresentano un serio passo avanti nelle relazioni bilaterali di questi Paesi”, ha precisato il diplomatico.
Il primo ministro del Burkina Faso, nel suo discorso di apertura del Forum, ha detto che Ouagadougou intende elevare le relazioni con Mosca al rango di “partenariato strategico” ed ha ringraziato i partner russi e la leadership del Paese per la calorosa accoglienza e ospitalità, osservando che il tema dell’evento conferma il desiderio dei due Paesi di costruire una fruttuosa cooperazione basata sul rispetto e sull’amicizia. Secondo de Tambela la Russia, dal punto di vista della sua posizione sulla scena mondiale, delle opportunità tecnologiche e di investimenti, “è un partner importante” per il Paese africano.
Ieri de Tambela ha anche incontrato il presidente del gruppo di lavoro Burkina Faso-Russia Dimitry Savelyer, con cui ha discusso di questioni in particolare su sicurezza, trasporti, edilizia e cultura (uno dei prossimi obiettivi è aumentare il numero di studenti burkinabé nelle università russe e su questo sono numerose le iniziative da parte di Mosca nel Paese africano, dove di recente ha lanciato alcuni corsi di lingua russa). Uno dei progetti che il governo burkinabé intende attuare sotto il profilo culturale riguarda l’istituzione di un’università digitale russo-burkinabé, per il quale de Tambela ha incontrato anche Andrey Vladimirovich Postyouchkov, rettore dell’Université du reseau russo-africain (Rafu), una scuola di alta formazione elettrotecnica con sede a San Pietroburgo.
Secondo il servizio di comunicazione del ministero delle Miniere burkinabé, a margine del Forum il ministro ospiterà una tavola rotonda sulla cooperazione mineraria ed energetica, in particolare sui temi dell’esplorazione e dello sfruttamento delle risorse minerarie, ma anche sullo sviluppo dei settori dell’elettricità e delle energie rinnovabili in Burkina Faso.
Ma non è solo agli investimenti e alla cultura che si riferisce il primo ministro burkinabé: a margine del Forum ha infatti incontrato il ministro della Difesa russo Andrei Belousov, con il quale ha discusso dell’ampliamento della cooperazione militare tra i due Paesi: “Le relazioni tra Russia e Burkina si basano sui principi del rispetto reciproco, della considerazione degli interessi reciproci e hanno acquisito dinamiche positive negli ultimi anni”, ha detto Belousov, citato dal ministero della Difesa russo in una nota ufficiale. La Russia sta perseguendo una combinazione di interessi militari, diplomatici ed economici in Africa, competendo con l’Occidente per aumentare la propria influenza nel continente dopo che la guerra russa in Ucraina ha innescato il più grande scontro tra Mosca e Washington degli ultimi decenni.
Il Burkina Faso, sotto il controllo di una giunta militare dopo due colpi di Stato consecutivi nel 2022, ha ospitato contingenti della forza mercenaria Wagner e di un reparto di forze speciali dell’Africa corps, i Bears, richiamati poi in Russia in seguito all’attacco ucraino nell’oblast di Kursk. Lo scorso mese di giugno, la Russia aveva dichiarato che avrebbe inviato ulteriori rifornimenti militari e istruttori al Burkina Faso per aiutare il Paese dell’Africa occidentale a rafforzare le sue capacità di difesa e combattere il terrorismo.
In un’altra intervista, questa volta con Sputnik Africa, il primo ministro burkinabé ha invece detto la sua su un tema decisamente divisivo di questi tempi, la tutela dei diritti umani: ““I diritti umani” ha detto a Sputnik il capo del governo burkinabè, “sono diventati uno strumento nelle mani di alcuni Paesi per difendere i propri interessi” e, secondo lui, se certi paesi “parlano di diritti umani, non è l’uomo che li interessa”.
Il tutto in un contesto decisamente critico: il Sahel è oggi la più vasta area di conflitto al mondo, con diverse nazioni coinvolte e numerosi gruppi armati con obiettivi diversi tra loro ma capaci di alleanze. In questo contesto, nei mesi scorsi, sono partite dal Mali, e vengono sostenute dagli altri Paesi golpisti, accuse contro l’Ucraina di sostenere i gruppi terroristici e separatisti operanti nel Sahel, unicamente per dare fastidio alla Russia: “L’interferenza dell’Ucraina nei nostri Stati non è diretta contro di noi. È diretta contro la Russia”, ha dichiarato ieri il primo ministro burkinabé da Mosca, citato dall’agenzia russa Tass.
“L’obiettivo di Kiev è indebolire la Russia attraverso l’Africa: poiché la Russia è nostra amica, non possiamo permettere che questo gioco venga giocato sul nostro territorio. Se l’Ucraina ha qualcosa contro la Russia, dovrebbe esprimerlo sul suo territorio. Ma non dovrebbe venire da noi per attaccare gli interessi russi con il pretesto di una disputa con la Russia”. Il 20 agosto, le autorità di Burkina Faso, Mali e Niger hanno inviato una lettera al Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres condannando il sostegno aperto dell’Ucraina al terrorismo internazionale, in particolare nella regione del Sahel.
Sempre parlando con la Tass, Kyelem de Tambela ha confermato l’interesse del Burkina Faso ad entrare a far parte del gruppo dei Brics: “Quando l’ambasciatore russo in Burkina Faso è venuto a incontrarmi, gli ho detto che il Burkina Faso avrebbe voluto unirsi ai Brics e che un tale passo era una necessità. Gli ho detto che saremmo stati lieti di ricevere un invito”, ha detto il primo ministro africano, che lascia aperta la possibilità che il Burkina possa partecipare già al vertice Brics in programma a Kazan, in Russia, alla fine di ottobre.
Mosca ha finora investito relativamente molto poco in Africa, secondo i dati delle Nazioni Unite. Le sue esportazioni di armi verso l’Africa subsahariana sono diminuite negli ultimi anni, secondo i dati del 2023 dello Stockholm International Peace Research Institute, ma resta ancora il secondo fornitore di armi della regione. Al vertice Russia-Africa del 2023 a San Pietroburgo, Putin ha detto che Mosca ha firmato accordi tecnico-militari con 40 Paesi africani, che potenzialmente aprirebbero la porta a maggiori vendite di armi russe nella regione.
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