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Tanzania: al via progetto contro aflatossine post-raccolto

di: Michele Vollaro | 27 Agosto 2024

Le autorità tanzaniane hanno annunciato l’avvio di un progetto quinquennale volto a eliminare il problema delle aflatossine nei raccolti agricoli, una sfida che il Paese affronta da anni. Le aflatossine, sostanze chimiche che si formano nei cereali mal conservati o essiccati, sono state una causa significativa di preoccupazione, con conseguenze negative sia per la salute pubblica che per l’economia del Paese.

Il progetto, denominato Tanzania Initiative for Preventing Aflatoxin Contamination (TANIPAC), rientra nella più ampia Visione di sviluppo della Tanzania 2025 (TDV 2025) e si concentra sull’igiene post-raccolto, inclusa una corretta essiccazione e impermeabilizzazione dei prodotti agricoli. Il TANIPAC, realizzato in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e co-finanziato dalla Banca Africana di Sviluppo (AfDB), mira a migliorare le pratiche agricole in diverse regioni chiave del Paese. In particolare, i distretti di Chemba, Kondoa, Babati e Kiteto nelle regioni di Dodoma e Manyara, noti per la loro alta produzione di mais, sono stati scelti per l’implementazione del progetto. Ad oggi, oltre 60.000 agricoltori sono stati formati sulle migliori pratiche di gestione post-raccolto, riducendo così il rischio di contaminazione da aflatossine.

L’iniziativa ha ottenuto il sostegno del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti attraverso l’ufficio USAid in Tanzania, con sperimentazioni di controllo delle aflatossine condotte nelle principali regioni agricole del Paese, tra cui Morogoro, Dodoma, Mtwara e Manyara.

Le aflatossine sono state collegate direttamente a casi di cancro in Tanzania, con almeno 65 persone colpite nel 2017 nelle aree di coltivazione del mais. Con il completamento del progetto TANIPAC previsto per dicembre di quest’anno, le autorità sono fiduciose che il Paese possa finalmente superare questo grave problema, migliorando così la sicurezza alimentare e la salute pubblica.

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