di: Redazione | 3 Febbraio 2016
Si conclude oggi, con un discorso sullo “Stato del mondo”, di fronte gli studenti dell’Università di Dakar (in Senegal) Cheikh Anta Diop, il viaggio in Africa del presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi.
La visita, che ha visto il capo del governo di Roma toccare anche Nigeria e Ghana, è stata l’occasione per ribadire la nuova attenzione politico-economica che l’Italia intende avere nei confronti del continente africano e soprattutto per i paesi della regione sub-sahariana, troppo a lungo dimenticata, per ammissione dello stesso premier.
Tanto nei colloqui col presidente nigeriano Muhammad Buhari, quanto con quello ghanese, John Dramani Mahama, o senegalese Macky Sall si è affrontato il fascicolo dell’immigrazione irregolare.
Proprio da Nigeria, Ghana e Senegal, infatti, provengono la stragrande maggioranza degli immigrati irregolari africani in Italia e proprio a questi paesi sono riconducibili le principali comunità africane, da anni inserite a pieno nel tessuto socio-economico italiano.
In cima all’agenda anche la collaborazione nella lotta al terrorismo, negli ultimi anni divenuta una delle principali minacce alla sicurezza di parte dell’Africa Occidentale, come dimostra la firma di un accordo di collaborazione tra la polizia nigeriana e quella italiana.
Accompagnato da una schiera di imprenditori di ogni settore, la visita del presidente del Consiglio italiano è stata poi anche l’occasione per ribadire alcune centralità italiane nella politica economica verso l’Africa.
E se da un lato il tema petrolifero è stato uno dei temi principali negli incontri in Nigeria e Ghana (Eni partecipa alla visita con il suo amministratore Claudio de Scalzi, che ha firmato accordi e annunciato investimenti in entrambi i paesi), altri punti forti dell’offerta italiana in campo economico hanno contato le competenze nel settore infrastrutture e costruzioni, in quello dell’agribusiness e più in generale nel sostegno allo sviluppo di un tessuto di piccole e medie imprese, o micromprese familiari.
Agricoltura e PMI sono due delle leve su cui molti governi africani stanno puntando per ottenere una diversificazione delle proprie economie e una maggiore redistribuzione della ricchezza nazionale.
La visita di Renzi in Africa Occidentale, la terza nel giro di un paio d’anni dopo Africa Australe e Centrale (Mozambico, Angola, Repubblica del Congo) e l’Africa Orientale (Kenya ed Etiopia), anticipa di poche settimane quella del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella in Etiopia e Camerun.
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