spot_img
0,00 EUR

Nessun prodotto nel carrello.

Mali: Bamako rompe le relazioni con Kiev

di: Andrea Spinelli Barrile | 5 Agosto 2024

Il Mali ha annunciato ieri di avere intenzione di interrompere le relazioni diplomatiche con l’Ucraina in seguito all’ammissione da parte dell’intelligence di Kiev del suo coinvolgimento recente scontro tra i ribelli azawadiani e le Forze armate maliane, sostenute dai loro ausiliari russi, avvenuto alla fine di luglio a Tinzaouaten, nel nord del Mali.

“Il governo di transizione della Repubblica del Mali ha appreso, con profondo shock, delle dichiarazioni sovversive con cui il signor Andriy Yusov, portavoce dell’agenzia di intelligence militare ucraina, ha ammesso il coinvolgimento dell’Ucraina in un attacco codardo, infido e barbaro da parte di gruppi terroristici armati che ha causato la morte di elementi delle forze di difesa e sicurezza maliane a Tinzaouaten e molti danni materiali”, si legge in una dichiarazione del portavoce del governo maliano, colonnello Abdoulaye Maiga.

Una settimana fa, l’esercito maliano aveva smentito se stesso, che nei giorni precedenti parlava di duri scontri ma non di vittime, ammettendo un alto numero di vittime tra le sue fila in seguito agli scontri a Tinzaouaten, nel nord del Paese, scontri nei quali i ribelli azawadiani rivendicano l’uccisione di oltre 150 mercenari del gruppo Wagner, che supporta l’esercito maliano e che ha confermato ingenti perdite e la morte di un comandante.

Secondo la giunta militare, la scelta di interrompere le relazioni diplomatiche con l’Ucraina è sostenuta anche da alcune dichiarazioni dell’ambasciatore ucraino in Senegal, Yurii Pyvovarov, dichiarazioni pubblicate in un post su X che in seguito sarebbe stato cancellato: “Il lavoro continuerà. Ci saranno certamente altri risultati. La punizione dei crimini di guerra e del terrorismo è inevitabile”, avrebbe scritto il diplomatico ucraino, che secondo la giunta militare maliana “ha apertamente e inequivocabilmente mostrato il sostegno del suo Paese al terrorismo internazionale”.

Il governo maliano ha quindi deciso di interrompere immediatamente le relazioni diplomatiche, di deferire sia Yusov che Pyvovarov alle autorità giudiziarie competenti e di “adottare ogni misura necessarie atta a impedire qualsiasi destabilizzazione del Mali da parte degli Stati africani, delle ambasciate ucraine nella subregione, da parte di terroristi travestiti da diplomatici, e di allertare formalmente gli organismi regionali e internazionali” e gli alleati dell’Ucraina “del fatto che questo Paese ha apertamente e pubblicamente mostrato il suo sostegno al terrorismo”. Il Mali considera il sostegno all’Ucraina “come sostegno al terrorismo internazionale” e un’aggressione che fa parte “del modello più ampio di alcuni attori che sostengono e strumentalizzano attivamente i gruppi terroristici nella regione”.

L’accusa della presenza di istruttori e dronisti ucraini tra le fila dei tuareg non è nuova ma è emersa definitivamente dopo la sonora sconfitta inflitta alle Forze armate maliane e ai loro ausiliari del Wagner, pare morti a decine, la scorsa settimana in un’area di confine tra Mali e Algeria. Un’accusa che non sembra essere campata per aria: il Gur, l’agenzia di intelligence militare ucraina, ha rivendicato l’imboscata in cui nei giorni scorsi sono morti decine di presunti miliziani del gruppo Wagner.

Andrii Yusov, portavoce del Gur, ha detto che “i ribelli hanno ricevuto le informazioni necessarie, e non solo le informazioni, che hanno consentito un’operazione militare di successo contro i criminali di guerra russi” ma non ha confermato il coinvolgimento del personale militare ucraino nei combattimenti o la sua eventuale presenza nel Paese africano. Gli scontri con Wagner si sono verificati nei pressi della città di Tinzaouatene, vicino al confine del Mali con l’Algeria, giovedì e venerdì 25 e 26 luglio, e i numeri sulle vittime tra le fila di Wagner sono sempre stati incerti e mai confermati. Il primo a paventare un coinvolgimento dell’Ucraina in questa battaglia è stato Alexander Ivanov, capo della Wagner in Repubblica Centrafricana ma ufficialmente membro di un think tank geopolitico russo, ha detto all’agenzia Tass che i ribelli azawadiani erano supportati sul terreno da dronisti ucraini dotati di Fpv (free personal vision) e quadricotteri.

© Riproduzione riservata

Articoli correlati

I Podcast

spot_img

Rubriche