di: Andrea Spinelli Barrile | 24 Luglio 2024
Oggi per le imprese è fondamentale investire in capitale umano per poter poi avviare i processi di internazionalizzazione, di sostenibilità e di digitalizzazione. In più “ci sono tantissime imprese che ci dicono che hanno dei problemi a trovare della manodopera qualificata, anche per le industrie e le fabbriche, un tema legato alla questione demografica ma anche alla volontà di fare lavori diversi”.
Lo ha detto a InfoAfrica Regina Corradini d’Arienzo, amministratrice delegata di Simest, a margine della conferenza Misura Africa, organizzata ieri al ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale e durante la quale è stato annunciato il nuovo strumento di finanza agevolata da 200 milioni di euro dedicato alle imprese italiane in Africa. “L’Africa è un continente così ampio, con 1,5 miliardi di persone e crescerà ancora, che è costituito da tanti giovani che, nel momento in cui le imprese vanno lì a formarli per quelli che sono ruoli specialistici di maggiore necessità, sanno di poter avere una reale e concreta opportunità futura di impiego nelle imprese italiane in Africa”. Ma non solo: “Ci tengo a sottolineare che questa Misura ha la finalità, anche dopo la formazione, di poter far entrare in Italia con flussi migratori regolamentari le persone, i giovani africani, formati per tutte le necessità che hanno le imprese qui in Italia. Per quei ruoli specialistici che spesso e volentieri oggi fanno fatica a trovare personale”, elemento che secondo Corradini d’Arienzo rappresenta “un’opportunità ma anche una necessità per le imprese italiane”.
Gli attori che possono essere coinvolti, del settore privato e non solo, sono diversi: “La Misura ha per scelta la volontà di non essere troppo limitativa: parlando di formazione, questa può essere fatta in loco, in Africa, può essere fatta in Italia, per giovani africani, può essere fatta dalla specifica impresa, può essere fatta dalla specifica impresa insieme ad altre istituzioni, vedi le tante istituzioni ecclesiastiche che sono presenti in Africa. Può essere fatta con le università, un esempio virtuosissimo è l’Università di Perugia, ma anche le tante università africane, che noi aiuteremo a identificare” sostenendo anche in questo modo le imprese italiane nella ricerca di personale qualificato.
Il tutto, tenendo bene a mente quello che è il punto essenziale di questa formazione: “Per noi è fondamentale, la formazione deve essere certificata. Vogliamo che sia una formazione qualificata, seria” aperta a diversi enti formativi pubblici e privati “che hanno la possibilità di dare delle certificazioni. Perché deve essere un qualcosa che poi rimane di valore, sia alle persone che sono state formate ma anche alle imprese”, che formano le persone per i futuri impieghi “nelle loro aziende, in Africa e in Italia”.
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