di: Andrea Spinelli Barrile | 24 Luglio 2024
La nuova iniziativa di finanza agevolata chiamata Misura Africa, “che rafforza il partenariato economico-commerciale con l’Africa” ha detto la sottosegretaria agli Esteri Maria Tripodi, può contare su 200 milioni di euro, la cosiddetta “quota Attanasio”, disponibili nel Fondo rotativo 394/81 e messi a disposizione per favorire le imprese italiane in Africa. L’iniziativa è stata presentata ieri al ministero degli Esteri e della cooperazione internazionale: si tratta di “una misura ragionata tra Simest e Maeci” ha spiegato Regina Corradini d’Arienzo, amministratrice delegata di Simest, che ha “definito un plafond, ci tengo a dirlo, a partire da 200 milioni di euro” erogabili a tasso molto agevolato, lo 0,5%, per un massimo di 5 milioni di euro a progetto: il 10% del totale sarà un contributo inteso a fondo perduto (il 20% per le imprese del sud Italia) con una riserva ulteriore del 10% per le imprese giovanili, le startup, le imprese a guida femminile e le Pmi innovataive. “La grande novità è che” il Fondo “non è rivolto solo a chi esporta verso l’Africa: abbiamo voluto fortemente, visto che il 30% delle riserve di materie prime strategiche è in Africa, aprirlo all’importazione delle materie prime strategiche dall’Africa” che, a ben guardare, “oggi non arrivano dall’Africa ma dalla Cina”. Inoltre, ha detto Corradini nel suo intervento, “non vogliamo fermarci qui: questa misura è dedicata molto alle filiere produttive, la quasi totalità delle imprese italiane” e, per questo, “la Misura potrà essere usata anche da aziende che non esportano ma fanno parte di filiere che esportano”.
Corradini, nel presentare Misura Africa, ha alzato immediatamente la posta: “Vi garantisco e mi impegno che non sarà un click-day: i fondi non finiranno, la volontà è iniziare da 200 milioni ma all’interno del Fondo abbiamo già trovato soluzioni di finanziamento, auspicabilmente nel momento in cui arriveranno le domande”.
Corradini ha anche sottolineato come la formazione sia un punto fondamentale degli obiettivi di Misura Africa: “Il capitale umano oramai fa la grande differenza rispetto a qualsiasi altro investimento. L’Africa ha potenziale incredibile e con questa misura abbiamo deciso di supportare qualsiasi tipo di investimento in formazione da parte di imprese italiane, in Africa e in Italia” e per questo “supportiamo anche le spese per le strutture e le spese per il viaggio, l’ingresso e il soggiorno in Italia. Il secondo elemento è l’innovazione e il trasferimento di knowhow”: la volontà di Simest è “dare uno stimolo alla crescita delle comunità locali: con questa misura supportiamo tutti gli investimenti produttivi e commerciali in Africa, ma anche tutti gli investimenti produttivi e commerciali in Italia”.
“L’Africa vive un forte sviluppo e una trasformazione economica profonda, una crescita demografica importante. È una dinamica” ha detto Maria Tripodi, sottosegretaria agli Esteri, “che sta determinando una complessiva trasformazione del panorama economico africano, trasformazione che sta avendo un impatto positivo sul settore privato: con una classe imprenditoriale in crescita, e sopratutto giovane, un numero crescente di imprese innovative africane in settori strategici” come logistica e trasporti, energia, rinnovabili e agroindustria e che “genera nuove opportunità economiche per il partenariato Italia-Africa, con ampi margini di sviluppo”.
Tra il 2017 e il 2022 l’interscasmbio commerciale Italia-Africa è passato da 36 a 70 miliardi di euro e nonostante il rallentamento generale del commercio internazionale, nel 2023 il valore di interscambio commerciale ha sfiorato i 60 miliardi di euro: “Sono dati” ha sottolineato Tripodi “che celano un potenziale immenso di opportunità per le imprese, in particolare in settori come energia, infrastrutture, agroalimentare”.
Con questa iniziativa, Simest, Farnesina e governo “aiutano le imprese a essere competitive all’estero: all’eccellenza delle imprese aggiungiamo l’innesto della finanza per aumentarne la competitività” ha sintetizzato Pasquale Salzano, presidente di Simest.
Lo strumento “presentato oggi è molto utile” ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervento alla conferenza: “Dobbiamo lavorare affinché tutto ciò si trasformi in opportunità per tutti. Ambasciate e consolati sono pronti, Ice, Sace e Simest sono il nostro polo di internazionalizzazione, pronti ad accompagnare le imprese interessate”. “Per me” ha concluso Tajani, “conta la strategia da seguire: striamo costruendo un mosaico con tante tessere importanti”.
L’ottica, l’idea di fondo, è che per internazionalizzarsi sono essenziali strumenti finanziari concreti e sicuri, ragion per cui il governo ha avviato importanti interlocuzioni con le grandi organizzazioni finanziarie internazionali: “Abbiamo chiuso intese con la Banca africana di sviluppo, con la Banca mondiale, lavoriamo con l’Ue nel Global Gateway”, che vale 150 miliardi, ha sottolineato in conclusione di giornata Fabrizio Saggio, consigliere della presidente del Consiglio Giorgia Meloni per l’Africa e il Piano Mattei: “Non si è mai parlato in maniera così sistematica e ripetitiva di come investire, collaborare, lavorare insieme al continente africano con un approccio nuovo, di ascolto”.
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