spot_img
0,00 EUR

Nessun prodotto nel carrello.

Africa investment forum: l’industria deve puntare al Made in Africa

di: Redazione | 9 Novembre 2023

Sovranità nello sviluppo digitale, tecnologico ma anche farmaceutico, edilizio e industriale. È la direzione del cosiddetto “made in Africa”, che va sempre più verso una realtà trasformativa delle proprie risorse naturali, dal capitale umano alle terre rare, in un’ottica di industrializzazione. È quanto è emerso nel corso dell’Africa investment forum (Aif), in corso in questi giorni a Marrakech, Marocco. Esperti di questi settori si sono confrontati, durante uno dei panel proprio sull’importanza per l’industria africana di prendere possesso della catena del valore di diversi segmenti industriali al fine di “disegnare soluzioni specifiche per le esigenze africane, della popolazione africana, della società africana).

Come è emerso durante il panel, la produzione nazionale è una componente fondamentale della trasformazione economica e della creazione di posti di lavoro in Africa. Con la popolazione del continente che, secondo le previsioni, raggiungerà i 2,5 miliardi di persone entro il 2050, vi è una crescente necessità che il settore manifatturiero locale soddisfi la domanda di beni e servizi e riduca la dipendenza dalle importazioni.

Nel corso della conversazione, Mia Lahlou Filali, amministratrice delegata di Pharma 5, società farmaceutica marocchina fondata nel 1985, ha detto come negli ultimi anni il piano industriale dell’azienda si sia concentrato nel valorizzare e prendersi carico di circa l’80% della catena del valore dei farmaci di loro produzione, principalmente generici, e di come questa iniziativa sia stata premiante sia in termini di profittabilità che in termini occupazionali: “Oltre a lavorare per migliorare la salute pubblica stiamo riuscendo a contribuire anche al welfare nazionale, occupando sempre più persone in diverse aree di nostro interesse” ha detto Filali, indicando nell’alto valore della formazione locale la chiave per questo sviluppo virtuoso. Dello stesso avviso anche Valerie Labi, ghanese, amministratice delegata di Wahul, azienda che produce veicoli elettrici: “Si tratta di sviluppare e disegnare soluzioni africane per necessità africane” ha detto, forse un po’ reteoricamente, Labi nel corso del panel. “Vogliamo che i talenti africani restino qui, per questo cerchiamo di attirarne nell’ottica di sviluppare prodotti che, nel nostro piano industriale, devono essere 100% made in Africa: dai minerali per la produzione di batterie e veicoli elettrici fino al design degli stessi, arrivando alla creazione di linee industriali destinate ai consumatori locali”. Una visione che è stata condivisa anche dai colleghi uomini presenti sul palco, in diversi settori: edilizio, digitale, farmaceutico. “Lo sviluppo della manifattura africana, in qualsiasi settore, è la chiave per arrivare ad un vero made in Africa, promuovendo un valore commerciale e sociale sempre più alto” ha detto Gilles Vaes, dirigente di InfraCo Africa, che si occupa di trovare e fornire finanziamenti e progetti industriali in diversi Paesi africani: “Il futuro della manifattura è nella demografia africana”. [Dal nostro inviato in Marocco]

© Riproduzione riservata

Articoli correlati

I Podcast

spot_img

Rubriche