di: Redazione | 22 Luglio 2021
L’Angola ha ricevuto 15 offerte per un totale di nove blocchi petroliferi che il governo ha messo all’asta lo scorso anno. Lo riferiscono i media di settore, precisando che come riportato dall’Africa Energy Chamber ben 15 società hanno presentato un totale di 45 offerte per tutti i blocchi offerti.
Il valore combinato delle offerte ha superato 1 miliardo di dollari, ha anche affermato la Camera.
L’Angola ha sofferto di un calo della produzione a causa della mancanza di investimenti in nuove esplorazioni. I risultati della gara sono piuttosto incoraggianti per il paese lusofono che è il secondo esportatore di petrolio del continente e che lotta per rimettere in carreggiata la sua industria petrolifera dopo anni di cattiva gestione e corruzione presso la compagnia petrolifera statale.
Tutti i nove blocchi aggiudicati sono onshore, con i primi risultati dell’esplorazione che indicano 13 giacimenti commercialmente redditizi, secondo il rapporto Energy Voice, e un giacimento di gas naturale. Le riserve stimate in questi giacimenti oscillano tra i 5 e i 40 milioni di barili di greggio. È probabile che ulteriori riserve vengano scoperte con ulteriori esplorazioni, ha osservato l’Africa Energy Chamber, citando l’agenzia nazionale del petrolio.
L’Angola attualmente produce meno di 1,3 milioni di barili al giorno di greggio, e non solo perché è vincolata dalla sua appartenenza all’OPEC a mantenere un tetto alla produzione. Il paese ha un potenziale produttivo molto più ampio, ma deve ancora essere realizzato e la gara del 2020 sembra essere stata un passo potenzialmente significativo in quella direzione. [Da Redazione InfoAfrica] © Riproduzione riservata